Con la formazione anti-Torino Roberto Mancini ha confermato che tutti i giocatori della rosa nerazzurra a sua disposizione devono sempre farsi trovare pronti per la chiamata da titolare. Anche elementi apparentemente ai margini come D'Ambrosio e Nagatomo nelle utlime uscite sono stati coinvolti nel progetto tattico camaleontico dell'allenatore, così come i cosiddetti intoccabili (Icardi, Jovetic, Perisic...) hanno dovuto accettare la panchina per il bene della squadra. Forse è questo il merito principale di Mancini in queste prime 12 giornate di campionato: tenere tutti sulla corda e annullare i personalismi, al punto che in panchina non c'è alcun muso lungo e tutti lavorano per rispondere 'presente' al momento dell'ingresso in campo, dall'inizio o a partita in corso, con un unico, grande obiettivo: vincere.

Oggi dunque l'inter non ha dipendenze dai singoli giocatori, a prescindere dal loro valore. Anche se ce n'è uno in particolare a cui Mancio non riesce proprio a rinunciare: Gary Medel. Il cileno è sempre più il volto di questa squadra operaia, che sfrutta le rare occasioni che le vengono concesse e difende con le unghie e con i denti la propria porta, coinvolgendo tutti i reparti. Il Pitbull, in tal senso, anche all'Olimpico di Torino ha dimostrato di essere la chiave di volta del centrocampo nerazzurro e non solo, visto che dalla heat map che porta il suo nome si evince un impiego quasi a tutto campo. Nello specifico Medel ha agito davanti alla difesa e si è abbassato non poco in fase di copertura, però rispetto al solito si è anche sganciato nella metà campo avversaria complice la presenza di Felipe Melo che gli copriva le spalle. Nelle rare situazioni in cui si è spostato nel ruolo di mezzala lo ha fatto maggiormente e con risultati migliori sul centrosinistra. Inoltre, nel finale era colui che portava il primo pressing ai costruttori di gioco del Torino, sganciandosi e poi tornando velocemente al suo posto, mentre i colleghi di reparto facevano massa dietro per respingere i lanci lunghi dei granata verso Amauri e Maxi Lopez.

Dal punto di vista statistico, Medel è stato un punto di riferimento anche nella costruzione del gioco: 80 tocchi; 61 passaggi andati a buon fine su 66 tentati (92%), di cui 3 lanci lunghi (2 arrivati a destinazione); il 5,8% di possesso palla totale dell'Inter (secondo solo a Murillo, 6,3%). In fase difensiva, perfetto nei tackle (4 su 4 vincenti), un pallone intercettato, uno perso e due falli commessi (un giallo).

Sezione: Copertina / Data: Lun 09 novembre 2015 alle 13:50
Autore: Redazione FcInterNews.it
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