Una lunghissima intervista al Corriere della Sera per ripercorrere tutte le tappe di una grande passione nerazzurra. Dagli anni in cui la mamma Erminia "iniziò" il padre Angelo all'Inter ("E' stata lei a portare l'Inter in casa") all'acquisto del club da parte del primo Moratti presidente, fino agli acquisti mancati degli anni '60 e a quelli conclusi e no dei 18 anni vissuti al comando dall'ex patron. Massimo Moratti cita vecchi campioni come Lorenzi, Skoglund, fino ai tentativi per chi alla fine ha preso altre strade. "Papà aveva trattative avanzate con Puskas e il connazionale Kocsis - dice - Con la rivoluzione ungherese, i due andarono a Vienna, divennero apolidi, e in Italia arrivarono enormi pressioni politiche per non complicare i rapporti diplomatici... Quella di John Charles è una vicenda diversa. Caso vuole, anche se fu per causa delle sigarette, che mio padre venne colpito da una mezza ischemia. Papà ricevette la telefonata dell’avvocato Agnelli il quale gli ricordò che per Charles la Juve avrebbe offerto sempre una lira in più, e papà non era nelle migliori condizioni per duellare...".

Più vicino nei tempi, la sua presidenza cominciata con l'acquisto di Javier Zanetti: "Una notte mi chiamarono: 'Noi procediamo, ma lei è sicuro?' . Risposi di attendere cinque minuti. Svegliai uno dei miei figli e gli dissi di mettere su al volo una videocassetta. Presi il telefono e ordinai di acquistare Zanetti. Se avessi dovuto affidarmi alle videocassette, forse Zamorano non sarebbe arrivato. Nei filmati si smarcava e concludeva con frequenza in porta, ma il pallone non entrava mai. Chiesi se per caso mi avessero fatto uno scherzo. Un altro interista dentro, Ivan. La tensione lo portava a vomitare prima di entrare in campo". Negli stessi mesi l'Inter fu a un passo dal prendere sia Ince, che poi arrivò, che Cantona dal Manchester United. "Andai a casa di Ince per dirgli che doveva venire all’Inter. Accettò. Speravo che, finita la squalifica, avrebbe accettato anche Cantona. Ma era sfiduciato, senza energia, provato Nella vita siamo tutti in prestito, figurarsi le cose di calcio. Con Pirlo, quando dal Milan andò alla Juventus, ci fu più di uno spiraglio per un ritorno all'Inter. Ma non se ne fece nulla. Ibrahimovic, quando passò dal Barcellona al Milan, mi chiamò. Confessò l’inizio della trattativa e, con un gesto che ho molto apprezzato, mi disse che se avessi avanzato una controfferta, avrebbe scelto noi".

Proprio riguardo a Ibra, nell'intervista viene fuori un forte dualismo con Cambiasso. "Ci fu un periodo che Ibra chiedeva con frequenza di venire in sede a parlare. Partiva prendendo il discorso alla larga, ma era evidente che avesse qualcosa di impellente da comunicarmi. E io: “Forza, dimmi”. Al che lui diceva che, tutto sommato, la squadra avrebbe anche potuto fare a meno di Cambiasso. Io strabuzzavo gli occhi. Passava qualche giorno, e anche lo stesso Cambiasso arrivava in sede e si premurava di farmi sapere che, tutto sommato, la squadra avrebbe anche potuto fare a meno di Ibrahimovic".

Si parla tanto del Barcellona, non solo per lo scambio Ibra-Eto'o o per Ronaldo, ma anche per chi non è arrivato: Iniesta ("Parlai di parecchi giocatori. Ma quando pronunciai il nome di Iniesta, l’atteggiamento mutò radicalmente. Avrei potuto fare qualsiasi offerta e sarebbe stato inutile. Non lo avrebbero mai venduto") e Messi ("I miei tornarono e raccontarono delle difficoltà di salute e dell’impegno del Barcellona, della dedizione per risolvere quei problemi. Dissi di lasciar perdere. Giuro. Si stavano prendendo cura di Messi come un padre col figlio").

Anche col Real non è andata poi così male, soprattutto per Sneijder. "Sempre a Forte dei Marmi - racconta Moratti - mi fermò un barista: 'Presidente, ci manca un unico giocatore. Quello che darà le accelerate decisive in mezzo al campo. Sneijder'. Parlò con tale forza persuasiva che io, per non commettere errori, chiamai Branca chiedendogli di sentire Mourinho. Branca richiamò e disse che Mou aveva esclamato: “Magari”. Partimmo con la trattativa, che si sbloccò anche perché al Real, Sneijder non trovava spazio. Quel barman non l’ho più rivisto. Lo volevo ringraziare".

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Sezione: Copertina / Data: Gio 07 marzo 2019 alle 10:38
Autore: Mattia Todisco
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