"Uno scontro da Champions, una partita bellissima. L’Inter nel derby è stata tosta, forte, alta nella pressione e ha avuto un grande ritmo, poi a Barcellona è andata peggio e ho letto che a Spalletti e Icardi non è piaciuta affatto. Può capitare quando di fronte c’è una grande avversaria come il Barça. L’Inter di quest’anno è un bel gruppo e l’ho notato quando sono andato ad Appiano. Andrà lontano. Anche la Lazio mi piace e finora ha fatto bene sia in campionato che in Europa League. Avrà un giorno di riposo in meno rispetto ai nerazzurri, ma a certi livelli qualche ora in più o in meno non fa la differenza. Un pronostico? Non saprei. Per l’Inter è una trasferta scomoda dopo due incontri nei quali ha speso tanto. Per la Lazio un match che le dà la possibilità di riscattarsi visto che all’ultima giornata contro i nerazzurri ha perso la Champions". Lo dice Dejan Stankovic, doppio ex, intervistato dal Corriere dello Sport.
 
Che duello sarà Immobile contro Icardi? 
"Quello tra due attaccanti che segnano tanto, ma che sono diversi. Icardi è uno che tira il carro, un ragazzo serio e un grande bomber. Quando ero club manager dell’Inter ho lavorato con lui e vi assicuro che di professionisti così ce ne sono pochi. E’ cresciuto anno dopo anno e ha dimostrato di meritarsi la fascia con i gol, ma anche con i comportamenti. Immobile rispetto a Icardi è meno uomo d’area, attacca più la profondità e ha una gamma di movimenti più ampia. Anche Ciro ha sempre fatto bene perché è bravo a sfruttare le occasioni, ha la giusta cattiveria davanti alla porta, è furbo e segna in ogni modo. Può dare tanto anche alla Nazionale se ascolta il Mancio, uno che gli attaccanti sa come valorizzarli". 
 
Un bello scontro ci sarà anche a centrocampo tra Vecino e il suo connazionale Milinkovic-Savic. 
"L’Inter è in Champions grazie alla rete di Vecino contro la Lazio e gli interisti lo ricorderanno a lungo quel gol. Quando a Milinkovic-Savic lo stanno caricando di pressione dopo la brillante stagione che ha fatto lo scorso anno. In Italia è così e lui si sta abituando. E’ arrivato al Mondiale con tante aspettative anche a causa delle voci di mercato che c’erano tutti i giorni sul giornali e ne ha risentito. Io dico, “Lasciamolo giocare perché in circolazione ce ne sono pochi come lui”. Vedrete che con la testa tornerà presto tranquillo e renderà come il vero Milinkovic-Savic". 
 
Capitolo allenatori: chi le piace di più tra Spalletti e Inzaghi? 
"Spalletti è bravo e lo scorso anno ha centrato l’obiettivo in mezzo a tante difficoltà. E’ uno che guida il gruppo e sa come tirare fuori il massimo dai suoi giocatori. Per Inzaghi sono molto contento perché è diventato allenatore della Lazio quando tante cose si sono incastrate nel modo giusto per lui, ma si è fatto subito trovare pronto. Ci ho giocato insieme e vi posso assicurare che è un ragazzo eccezionale che pensava sempre al calcio, 24 ore su 24. Non mi sorprende che stia facendo così bene e non avete ancora visto niente: secondo me può diventare uno dei migliori tecnici in circolazione".  
 
Ha visto martedì il gesto provocatorio di Mourinho rivolto ai tifosi della Juventus? 
"Lo definisco una battuta… mimica perché i tifosi bianconeri lo irridevano e lui ha risposto mostrando le tre dita. Il segno del Triplete l’ho riconosciuto subito ed è stato in pieno stile Mourinho. Simpatico, ma non offensivo. Vuol dire che ha ancora voglia di lottare e in effetti lo sta facendo anche se le cose non stanno andando come lui voleva ad inizio stagione. E’ evidente che il suo United abbia qualcosa in meno rispetto al City, al Chelsea e al Liverpool, ma lui comunque darà il 300% e uscirà dalle difficoltà". 

Qual è il ricordo più bello che ha dello Special One
"Le lacrime al momento dell’addio a Madrid: erano vere perché sapeva di lasciare un bel gruppo. Sono molto felice di aver lavorato con lui". 
 
Passiamo a un altro suo allenatore, Mancini. 
"E’ il ct giusto per la Nazionale e sono stato molto contento per lui dopo il gol di Biraghi in Polonia. L’ho visto esultare... alla Mancini e per il calcio italiano questo è un buon segnale. Mancio riporterà la Nazionale in alto lanciando i giovani. Bisogna però che tutti lo seguano". 
 
Chiudiamo la parentesi sugli allenatori e apriamo i libro dei suoi ricordi. Quando era alla Lazio qual è la sfida contro l’Inter che ricorda con più piacere? 
"Ai tempi della Lazio le partite contro i nerazzurri non erano particolarmente sentite. Forse lo è stata solo l’ultima, Lazio-Inter 2-1, nel dicembre 2003: andammo sotto, ma poi riuscimmo a vincere con un mio assist per l’1-1 di Corradi e il 2-1 di Zauri". 

E lei quel giorno sapeva già che sarebbe andato all’Inter… 
"Diciamo che avevo qualche sensazione… La maglia della Lazio però l’ho onorata fino alla fine".

Del primo confronto da neo nerazzurro contro la Lazio invece cosa ricorda? 
"L’emozione pazzesca di trovarsi di fronte tanti amici e compagni. Alla Lazio ero cresciuto come uomo e come calciatore e avevo vinto, anche se meno di quanto potevamo". 
 
Poi però contro la Lazio si è sciolto e ha anche segnato. 
"E’ successo in Coppa Italia, nel 2005-06. All’andata all’Olimpico non esultai, al ritorno a San Siro sì, ma con grande rispetto per la Lazio". 

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Sezione: Copertina / Data: Sab 27 ottobre 2018 alle 08:55 / Fonte: Corriere dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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