Un'altra vittoria al cardiopalma, arrivata grazie al colpo di testa imperiale di Edin Dzeko che ha piegato la resistenza di un arcigno Venezia al 90esimo, ma che vale all'Inter il consolidamento della propria leadership in campionato. Questo il primo commento di Simone Inzaghi, tecnico nerazzurro, ai microfoni di DAZN:
L'aver aspettato Dzeko a fine partita è il segnale dell'importanza del suo gol.
"Penso di sì. La squadra ci ha creduto fino alla fine, i ragazzi sono stati bravissimi considerando il periodo e le due partite coi supplementari, più quella di Bergamo e la problematica del gol subito che poteva darci un contraccolpo. Il problema ora è il campo di San Siro, che diventa ingiocabile. Ora c'è la sosta, la società si sta attrezzando per porre un rimedio. Non è una scusante, perché si può fare meglio anche su un campo così. Ma da 20 giorni qui non si riesce a giocare. Porta a cambiare gioco sia noi che il Milan, che gioca un grandissimo calcio. Non è regolare, penso che le società porranno rimedio".
Sei tu a chiedere Lautaro di stare alto?
"Io penso che a livello di caratteristiche abbiamo Sanchez, Correa e Dzeko ai quali piace giocare. Lautaro può farlo ma oggi avevamo Edin che si sfilava. Lautaro ha fatto 70 minuti molto bene, poi i miei cambi sono stati determinanti: Vecino, Dimarco, Sanchez, Vidal e Dumfries sono stati determinanti perché ci serviva spinta in quel momento e loro sono stati bravissimi".
Vittorie così vengono descritte come segnali per le avversarie e per il campionato. Questi tre punti vanno oltre?
"Direi di sì. Abbiamo vinto nove partite su dieci, vinto una Supercoppa e siamo andati agli ottavi di Champions. Vogliamo andare più avanti possibile, sappiamo che è difficile ma vogliamo farlo. Ora ci godiamo il successo e questi 3-4 giorni di riposo, poi andiamo avanti con fiducia come è sempre successo dal giorno del ritrovo a luglio".
I gol presi sembrano quasi sempre casuali. E' un caso oppure l'abitudine a giocare davanti porta ad essere meno lucidi dietro?
"Obiettivamente, se analizziamo i gol presi mercoledì e quello di stasera dovevamo fare meglio. Nel primo gol abbiamo fatto pressioni isolate poi Henry ha fatto un grandissimo movimento, ma noi dovevamo stare più attenti. Dobbiamo tornare ad essere più feroci: stavamo controllando la partita ed ero sereno, poi quando prendi un gol in quel modo la squadra può scendere di condizione e di idee. Nonostante questo siamo rimasti lì, abbiamo pareggiato con Barella e segnato con Dzeko che ci dà tre punti molto importanti".
Si gode più il successo o la possibilità di avere due settimane per preparare il prossimo ciclo?
"Abbiamo la fortuna che i giocatori rimarranno qui, a parte chi farà lo stage con l'Italia e i sudamericani tranne Vidal. Cercheremo di lavorare nel migliore dei modi, abbiamo un tour de force con partite molto importanti senza dimenticare che adesso abbiamo giocato di sabato due giorni e mezzo dopo aver giocato 120 minuti con l'Empoli. Dobbiamo fare i complimenti al Venezia, visto che loro sono stati signorili a farli a noi all'andata. Ci hanno dato molto fastidio con i loro attaccanti".
L'aver aspettato Dzeko a fine partita è il segnale dell'importanza del suo gol.
"Penso di sì. La squadra ci ha creduto fino alla fine, i ragazzi sono stati bravissimi considerando il periodo e le due partite coi supplementari, più quella di Bergamo e la problematica del gol subito che poteva darci un contraccolpo. Il problema ora è il campo di San Siro, che diventa ingiocabile. Ora c'è la sosta, la società si sta attrezzando per porre un rimedio. Non è una scusante, perché si può fare meglio anche su un campo così. Ma da 20 giorni qui non si riesce a giocare. Porta a cambiare gioco sia noi che il Milan, che gioca un grandissimo calcio. Non è regolare, penso che le società porranno rimedio".
Sei tu a chiedere Lautaro di stare alto?
"Io penso che a livello di caratteristiche abbiamo Sanchez, Correa e Dzeko ai quali piace giocare. Lautaro può farlo ma oggi avevamo Edin che si sfilava. Lautaro ha fatto 70 minuti molto bene, poi i miei cambi sono stati determinanti: Vecino, Dimarco, Sanchez, Vidal e Dumfries sono stati determinanti perché ci serviva spinta in quel momento e loro sono stati bravissimi".
Vittorie così vengono descritte come segnali per le avversarie e per il campionato. Questi tre punti vanno oltre?
"Direi di sì. Abbiamo vinto nove partite su dieci, vinto una Supercoppa e siamo andati agli ottavi di Champions. Vogliamo andare più avanti possibile, sappiamo che è difficile ma vogliamo farlo. Ora ci godiamo il successo e questi 3-4 giorni di riposo, poi andiamo avanti con fiducia come è sempre successo dal giorno del ritrovo a luglio".
I gol presi sembrano quasi sempre casuali. E' un caso oppure l'abitudine a giocare davanti porta ad essere meno lucidi dietro?
"Obiettivamente, se analizziamo i gol presi mercoledì e quello di stasera dovevamo fare meglio. Nel primo gol abbiamo fatto pressioni isolate poi Henry ha fatto un grandissimo movimento, ma noi dovevamo stare più attenti. Dobbiamo tornare ad essere più feroci: stavamo controllando la partita ed ero sereno, poi quando prendi un gol in quel modo la squadra può scendere di condizione e di idee. Nonostante questo siamo rimasti lì, abbiamo pareggiato con Barella e segnato con Dzeko che ci dà tre punti molto importanti".
Si gode più il successo o la possibilità di avere due settimane per preparare il prossimo ciclo?
"Abbiamo la fortuna che i giocatori rimarranno qui, a parte chi farà lo stage con l'Italia e i sudamericani tranne Vidal. Cercheremo di lavorare nel migliore dei modi, abbiamo un tour de force con partite molto importanti senza dimenticare che adesso abbiamo giocato di sabato due giorni e mezzo dopo aver giocato 120 minuti con l'Empoli. Dobbiamo fare i complimenti al Venezia, visto che loro sono stati signorili a farli a noi all'andata. Ci hanno dato molto fastidio con i loro attaccanti".
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