L’apertura di un tavolo per la cessione dell’Inter potrebbe nascere da necessità più che da scelte di Suning. È il quadro disegnato dal Corriere dello Sport, che nella sua edizione odierna sottolinea come le difficoltà del gruppo cinese, che si sono accentuate sul finire del 2020, e le cautele del governo di Pechino non ne sono la causa, ma forse un effetto. E questo "può aprire scenari prima inimmaginabili, velocizzando l’operazione" si legge. 

L'avvento della pandemia Covid-19, in poche parole, "ha inceppato una macchina che già nel 2019 rallentava - sostiene il Corsport -: nonostante la crescita continua del fatturato, la competizione erodeva i margini sui prodotti commerciali. Benché la Cina stia ora superando il Covid, con l’economia pur sempre in crescita al 2%, la catena distributiva ne è uscita stravolta. La concorrenza è diventata feroce, mentre la propensione dei consumatori alla spesa rallenta. Suning.com (motore economico del gruppo) segna perdite per 153 milioni di dollari nei primi 9 mesi, con vendite in calo e flusso di cassa negativo a cui aggiungere i guai del comparto immobiliare, dove fallimenti a catena si propagano verso altri settori attraverso le partecipazioni incrociate".

Difficoltà economiche che si proiettano poi anche nel mondo del calcio dove Cosmin Olaroiu, allenatore del Jiangsu Suning fresco campione, intenderebbe rivolgersi alla Fifa per il pagamento degli stipendi mentre la Premier League ha citato l’emittente di Zhang per 180 milioni dopo la rottura del contratto per i diritti in Cina. E proprio quello cinese "è un sistema economico ancora dinamico, ad elevata mobilità sociale, dove i cambiamenti possono essere improvvisi e drammatici. La crescita di un gruppo industriale può interrompersi innescando spirali finanziarie. Con grande risalto sulla stampa asiatica, Zhang padre e figlio hanno ceduto in pegno a dicembre tutte le azioni Suning a Taobaba, la divisione e-commerce di Alibaba, anch’essa nell’occhio del ciclone perché il suo fondatore Jack Ma è in rotta di collisione con il partito. Il pegno di azioni è misura di emergenza: rivela tensioni finanziarie straordinarie, difficoltà nell’accesso ai canali bancari. Ma le stesse fortune personali di Zhang (tuttora ingenti) sembrano subire un crollo del 30%, secondo Bloomberg". E questo vuol dire che se Suning dovesse fallire non ripagando i prestiti, allora finirebbe (insieme all’Inter) nelle mani di Taobaba, oggi controllata da Alibaba. 

Dopo l'importante somma di denaro investita, secondo il quotidiano romano, Suning potrebbe accontentarsi di una valutazione inferiore agli investimenti già profusi, in cambio di una uscita veloce. "Magari mantenendo una quota di minoranza, per guadagnare dalla cessione del club che i nuovi acquirenti realizzeranno tra alcuni anni - ipotizza il giornale - . La trattativa con BC Partners sarebbe una via d’uscita. Pure se il fondo inglese non è stato l’unico interlocutore (risulta un interesse del Qatar, forse sfumato) un investitore di tale livello pretende in genere il diritto di esclusiva per sedersi al tavolo. La minoranza non è un’ipotesi, perché non è nello stile di BC e perché non avrebbe senso fare il socio minore in un progetto non nelle corde di un investitore finanziario".  

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Sezione: Copertina / Data: Sab 09 gennaio 2021 alle 08:33
Autore: Stefano Bertocchi / Twitter: @stebertz8
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