Dopo Sebastien Frey e Stéphane Dalmat, tocca a Benoit Cauet raccontare per L'Equipe la sua esperienza all'Inter. Anche qui solo parole al miele: "L’Inter è parte della mia vita, la mia seconda famiglia. Ci sono rimasto per 14 anni (dopo aver concluso la carriera da giocatore nel 2006, Benoît Cauet è tornato all’Inter come consulente per la televisione del club, prima di diventare allenatore al centro sportivo fino al 2016). Lì ho scoperto l’altissimo livello, con giocatori incredibili, in un campionato allora considerato il più difficile del mondo, se non il più bello. Metà Serie A si giocava per vincere una Coppa dei Campioni. Come noi, durante la finale di Coppa UEFA contro la Lazio Roma di Pavel Nedved, Roberto Mancini e Alessandro Nesta (3-0, 6 maggio 1998) . Il brasiliano Ronaldo ha incantato il Parco dei Principi, dimostrando il suo talento ed esplodendo agli occhi del grande pubblico, dal primo all'ultimo minuto. Pochi giocatori ci sono riusciti. Era l'era del presidente Massimo Moratti".

A proposito dell'ex presidente, Cauet aggiunge: "Voleva imitare il padre vincendo le Coppe dei Campioni. Non ha badato a spese e ha raggiunto i suoi obiettivi, vincendo anche la Champions League. Era un uomo di famiglia, molto legato a noi, ma allo stesso tempo molto ambizioso per un club che ha sempre avuto campioni fenomenali. Dopo Ivan Zamorano, Diego Simeone e Ronaldo, ho giocato con Roberto Baggio e Bobo Vieri. I miei figli mi dicono oggi: è fantastico aver potuto giocare con giocatori e persone incredibili, favolosi. Quando arrivi all'Inter entri in un'altra galassia, dove il dovere di giocare è ancora più alto. Tuttavia, io provenivo da Marsiglia e PSG. Non mi sono posto nessuna domanda. Ho lavorato e lavorato fino a quando non sono stato adottato. Ma ciò che più mi ha sorpreso e impressionato è stata la meticolosità. Nessun dettaglio veniva tralasciato: c'era un Piano A, un Piano B, un Piano C per ogni avversario, a seconda dei diversi sistemi di gioco. All'epoca era una cosa innovativa. Come le infrastrutture. Caen possedeva uno o due appezzamenti di terreno; il Paris, invece, aveva una parvenza di centro sportivo al Camp des Loges. Ad Appiano Gentile l'Inter aveva già un centro di allenamento dedicato esclusivamente ai professionisti e alla performance. L'Inter è stata una grande avventura e un grande viaggio".

Sezione: News / Data: Mer 28 maggio 2025 alle 22:05
Autore: Christian Liotta
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