Aristide Guarneri, difensore della Grande Inter, parla a La Repubblica a pochi giorni dalla finale di Champions League. Lui che di Coppe dei Campioni ne ha vinte due negli anni Sessanta. "Io la chiamo Coppa dei Campioni perché il nome del trofeo che viene dato al vincitore - dice - Abbiamo perso quella del 1966/67, ma con forti attenuanti".

Difensore, Guarneri, con ben poca licenza di attaccare. Quella ce l'aveva solo Facchetti. "Ovvio, con quelle gambe, quella tecnica, quello stile… A un certo punto gli allenatori avversari mettono in campo un’ala destra che come compito non ha quello di avanzare, ma appunto di tenere a bada Facchetti".

"Com'era HerreraPoliglotta, lettore di qualunque rivista straniera e così capace di illustrarci pregi e difetti di ogni calciatore avversario, difensore dei suoi giocatori sempre e comunque. E ricordo ancora l’emozione del suo arrivo. Primo giorno di allenamento a San Pellegrino terme, sempre con pochi palloni scalcagnati: con lui trenta, nuovi, uno per uno, per dare sempre il piacere di giocare".

C'è anche un secondo trionfo, nel 1965 in finale contro il Benfica. "La vera vittoria - racconta Guarneri - è il 3-0 al Liverpool, rimontando l’1-3 preso in casa loro. Direi qualcosa di indescrivibile, con un gran finale: Mazzola che al fischio finale fa partire Oh when the saints go marchin’in dagli altoparlanti di San Siro. Quanto alla finale, certo, il gol del povero Jair è casuale: la palla bagnatissima passa in mezzo alle gambe del portiere del Benfica. La verità è che c’è un diluvio universale e bisognerebbe rinviarla. Dopodiché abbiamo vinto, che posso dire?".

E poi c'è la finale del '76. "A Lisbona, e anche qui conta il caso, ma al contrario. Per infortuni ci mancano Jair, Peirò e Suarez, i tre stranieri, fondamentali per noi. Diamo tutto all’inizio, andiamo anche in vantaggio con un rigore di Mazzola, poi crolliamo. E di buon peso la domenica dopo perdiamo anche lo scudetto all’ultima giornata. La stagione in corso? All’Inter imputo, a proposito di scudetti, di aver perso questo, proprio all’ultimo e in modo così sciocco per il resto ha avuto molta qualità e un po’ di fortuna contro il Barcellona, perché, lo dice un difensore, se non è fortuna il gol di Acerbi del 3-3. Cosa dovrebbe fare Inzaghi? Lavorare sulla testa di tutti, parlargli tanto prima di andare in campo, dargli le giuste motivazioni. L’avversario è all’altezza, eccome".

Sezione: Rassegna / Data: Gio 29 maggio 2025 alle 09:38
Autore: FcInterNews Redazione
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