Che Fabio Capello non sarà l’allenatore dell’Inter della prossima stagione, ormai è certo. Il tecnico di Pieris ormai è ha firmato l’accordo con la FA che lo legherà per altri due anni alla nazionale inglese che condurrà agli Europei del 2012 in Polonia ed Ucraina. Una vittoria soprattutto per Marco Branca. Non perché il tecnico di Pieris non abbia le caratteristiche per guidare un' Inter nella fase alta del suo ciclo, ma perché un arrivo di Capello all’Inter implicherebbe l’ingresso in società del suo braccio destro, Franco Baldini, al fianco del tecnico friulano in questa avventura inglese, ed ancora prima alla Roma ed al Real Madrid, auto interrompendo (per i noti motivi) il rapporto professionale negli anni juventini di Don Fabio.  

Effettivamente la scelta Capello aveva delle buche non sottovalutabili sin dal primo momento. Non di certo per la caratura ed il carisma indiscusso ed indiscutibile del tecnico ex Real Madrid, ma per tanti motivi che esulano dalla semplice promessa data alla FA. Capello lo conosciamo tutti: in panchina, come sul campo d’allenamento, è un tiranno. Deve essere lui il capo indiscusso; se da un lato affidare  la squadra a lui era la scelta più logica che si potesse fare, dall’altro il CT inglese avrebbe visto ferito il suo inestimabile orgoglio, quell’orgoglio che nella sua carriera lo ha portato, spesso e volentieri, a scontrarsi con i grandi campioni da lui allenati ( Panucci, Totti, Cassano e Del Piero ne sanno qualcosa) . Cosa avrebbe provato Don Fabio in caso di vittoria di una Supercoppa Italiana, o di quella Europea oppure dopo il Mondiale per club (mai vinto in carriera)? Sicuramente un po’ di fastidio dato che sono trofei che portano il marchio di Mourinho, il quale non ha perso tempo a definire ‘fortunato’ l’allenatore dell’Inter ce si giocherà tali competizioni. Che Capello abbia sentito queste parole lunedì scorso?

Il non arrivo di Capello, come detto prima, è un motivo di orgoglio in più anche per Marco Branca, investito ufficialmente da Mourinho come uno dei più bravi dt in Europa al momento. E’ anche merito suo sé l’Inter è arrivata dove è ora. Gli acquisti di Sneijder, Milito, Motta, Eto’o e Lucio, sono senz’altro farina del suo sacco. E’ stato lui a portare all’Inter Cambiasso e Samuel (oltre ad aver scoperto Maicon, dal Monaco) giocatori che sono l’ossatura dell’Inter e che nel Real Madrid non erano altro che l’osso rimasto dopo una buona costatina di maiale cotta alla griglia. Branca, artefice del grande calciomercato che ha rafforzato l’Inter come società, oltre che come squadra, mal volentieri avrebbe digerito l’arrivo di Franco Baldini, professionista si capace e serio, ma che avrebbe oscurato, se non addirittura eliminato, l’ex attaccante dell’Inter, che nel suo lavoro ci mette cervello e soprattutto cuore, essendo sempre stato legato ai colori nerazzurri. Moratti, domenica in Versilia, lo ha elogiato privatamente ed ha affidato ancora a lui la ricerca del nuovo tecnico che possa guidare l’Inter verso altri incredibili successi.

Quei successi ai quali ha contribuito Marco Branca in larga maniera. Il suo connubio con Lele Oriali ha portato pragmatismo e solidità in una società che in tanti negli anni passati, gli addetti ai lavori, non hanno esitato a definire debole. La gestione del caso Balotelli, quella della clausola rescissoria di Josè Mourinho, sono solo alcuni esempi del grande lavoro compiuto in questi anni da Marco Branca, il vero vincitore del ‘non arrivo' di Fabio Capello sulla panchina nerazzurra.

Sezione: CALCI E PAROLE / Data: Ven 04 giugno 2010 alle 08:00
Autore: Alberto Casavecchia
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