Non è come in molti pensano. Di Luka Modric all'Inter non se n'è fatto nulla, vero, ma nella vita alla fine tutto va come deve andare. Un club che dopo sei anni si riaffaccia alla vetrina luccicante e prestigiosa della Champions League deve esser orgoglioso d'aver trattato a tutti gli effetti sino agli ultimi giorni di mercato il miglior centrocampista al mondo, ma necessita al tempo stesso di tornare - dopo il gong della sessione estiva - con i piedi per terra. Il mercato nerazzurro non sarà stato da dieci e lode (come sarebbe accaduto in caso dell'ingaggio del croato), ma le operazioni in entrata e in uscita condotte dal direttore sportivo Piero Ausilio meritano comunque una valutazione abbondantemente sufficiente.

La campagna acquisti è stata gestita in maniera ottimale, a partire dai colpi a costo zero (Asamoah, De Vrij) fino ai nuovi titolari (Nainggolan, Vrsaljko, Keita) e passando per i nuovi prospetti (Lautaro Martinez, Politano, Salcedo). I quaranta milioni di plusvalenze da consegnare alla UEFA entro il 30 giugno sono stati comodamente registrati con le vendite di prodotti del vivaio rigenerati dalla cura Vecchi e mai apparsi neanche in panchina sul prato di San Siro. I nuovi innesti hanno fatto comodo alla causa del tecnico Luciano Spalletti in quanto le loro caratteristiche si sposano a perfezione con il sistema di gioco dell'allenatore certaldese. La base verrà posta come al solito sul 4-2-3-1, modulo che comparirà sempre e comunque sulle distinte ma che di fatto in campo si legge come un 3-4-2-1. Occhio all'ipotetico trio difensivo composto da Skriniar, Miranda e De Vrij: l'idea di vederli in campo insieme è molto allettante, e prima di rifilarne in panchina anche soltanto uno di questi chiunque dovrebbe pensarci bene.

Rispetto alle passate stagioni vi è stato un netto cambio di rotta anche per quel che riguarda il gioco di squadra: nell'ultima amichevole contro l'Atletico Madrid si sono visti all'ordine del giorno tocchi di prima, aperture di gioco, verticalizzazioni, tagli in profondità, triangoli completati in tre passaggi e una consapevolezza in fase di possesso che testimonia l'upgrade avvenuto tra le mura di Appiano a livello di mentalità. Sotto questo aspetto molti singoli si ritrovano maggiormente carichi rispetto a qualche mese fa. Basti pensare ad Ivan Perisic, che ha segnato il miglior gol in finale dei Mondiali e una rete di tacco al volo in semifinale. Se non è tra i cinque esterni d'attacco più forti al mondo, comunque ci si avvicina. Insomma, un pizzico di consapevolezza nei propri mezzi ce l'avrà.

Carico a mille, poi, il capitano Mauro Icardi: l'unico in Italia che potrà contrastare Cristiano Ronaldo sul fattore che è sempre stato da arma vincente per il portoghese, ovvero quello della personalità. E poi una sfilza di grandi record: Vrsaljko e Brozovic sono vice-campioni del mondo (quest'ultimo al Luzhniki ha irriso Pogba con un tunnel da calcio di strada), Nainggolan con la maglia della Roma ha collezionato una doppietta in semifinale di Champions League, la difesa è almeno sulla carta una delle più forti al mondo e Handanovic potrà, finalmente, esordire nei gironi di Champions League. A tal proposito, l'Inter quest'anno ha il pregio di non avere pressioni di alcun tipo. L'unica cosa che si chiede alla Benemata è quella di consolidarsi nella cerchia delle prime quattro squadre del campionato, senza l'obbligo di vincere lo Scudetto o quello di avanzare sino in fondo in ambito internazionale. In Europa, come andrà andrà. Partire dalla quarta fascia è senz'altro uno scoglio e per questo servirà un pizzico di fortuna in fase di sorteggio non tanto per quel che concerne la prima fascia (lì, si sa, un avversario forte capiterà), quanto piuttosto nella seconda e terza: pescare avversarie abbordabili sarebbe senz'altro un assist per avvicinarsi agli ottavi. Traguardo che, considerati gli ultimi anni di agonia, sarebbe già una nota di merito raggiungere.

Nel calcio, del resto, non si può vincere tutto e subito: la programmazione è alla base di tutto e nel progetto di Suning questa è una parola-chiave. Piano piano le soddisfazioni arriveranno, intanto l'Inter può godersi la colonna sonora della Champions League in uno stadio storico come quello di San Siro e vedere realizzato il proprio sogno degli ultimi anni. Modric, da sogno di mezza estate quale era, si è tramutato in un'illusione. Ma il tutto è derivato dalla volontà ferrea di Florentino Perez, colui che per viltade si rifiutò di rispettare l'accordo pattuito mesi fa con il giocatore. Pazienza: era improbabile sperare in un'apertura last-minute considerato il fatto che fino a 48 ore dalla fine del mercato Inter e Real Madrid non avessero ancora discusso in via diretta delle cifre del trasferimento. Ma chiudiamo con uno spunto: se Modric in nerazzurro avesse preso dieci milioni netti all'anno, come avrebbe reagito Wanda Nara? Nella vita, ripetiamo, tutto va come deve andare. Benvenuta Champions League, benvenuta Serie A. Il calcio è una ruota che gira: ci risentiamo al Bernabeu.

Sezione: Calci & Parole / Data: Sab 18 agosto 2018 alle 23:37
Autore: Andrea Pontone / Twitter: @_AndreaPontone
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