Dopo il pareggio contro il Bologna, l'Inter vuole dare una risposta, sul piano del risultato e del gioco, nel match di San Siro contro il Genoa. Per farlo Spalletti sceglie Vecino in mediana al fianco di Borja Valero e preferisce Dalbert e Nagatomo nel ruolo di terzino sinistro. Icardi e Candreva sono gli esterni, mentre questa volta alle spalle di Icardi agisce Brozovic. Il Genoa di Juric invece si presenta con il consueto 3-4-3 con Rosi e Laxalt sugli esterni. L'attacco è guidato dal giovanissimo Pellegri, supportato da Taarabt e Omeonga. 

PRIMO TEMPO - L'Inter parte subito fortissimo, dato che dopo soli 23 secondi Perisic calcia in porta a Perin battuto, ma il pallone è di poco alto sulla traversa. Se l'Inter prova da subito a far la voce grossa, il Genoa risponde chiudendosi a riccio, cercando di eliminare ogni linea di passaggio degli avversari. Eccenzion fatta per Pellegri, tutto il resto della squadra di Juric si mette solo la linea del pallone, tenendo il centrocampo e la difesa molto vicine. Spalletti prova a risolvere la matassa chiedendo a Candreva di accentrare molto la sua posizione, lasciando la fascia scoperta. Juric infatti, come il suo maestro Gasperini, organizza la propria difesa su una serie di uno contro uno a tutto campo: Laxalt così segue l'esterno della Nazionale anche quando converge verso il centro, lasciando spazio ai vari D'Ambrosio e Brozovic, che vanno a giocare proprio in quella zona di campo. Spicca però la grande partita a livello difensivo di Taarabt, che segue costantemente D'Ambrosio quando attacca. Omeonga gioca a uomo su Borja Valero, lasciando libero Vecino di costruire il gioco. La scelta di Spalletti di puntare sull'ex Fiorentina e non su Gagliardini si può spiegare anche con questa chiave, dato che Vecino è più abile a muovere il pallone rispetto all'italiano. Il Genoa resta comunque molto attento e concentrato, lasciando ben poco spazio all'Inter. Tutti i giocatori offensivi dell'Inter provano a scambiarsi spesso la posizione: Brozovic si allarga, Perisic e Candreva intervono le fasce di competenza, lo stesso Icardi prova a staccarsi dalla difesa avversaria e giocare più lontano dalla porta. Ma la manovra dell'Inter, proprio come a Bologna, è troppo lenta e prevedibile. Manca la spinta di Dalbert, ancora molto timido. L'impostazione passa dai piedi di Skriniar e Miranda, che non hanno però grande qualità nei piedi. La loro spinta a giocare, e la conseguente apertura del resto della squadra, permette al Genoa di ripartire con una certa pericolosità, soprattutto nella parte finale del primo tempo, dove la squadra di Juric arriva più di una volta alla conclusione. 

SECONDO TEMPO - Nella ripresa i due allenatori decidono di non fare cambi. Spalletti chiede a Candreva e Perisic di restare più largi e non convergere più verso il centro, sperando di poter lasciar maggior spazio così a Brozovic e Vecino. La scelta di Spalletti diventa più logica quando Candreva lascia il posto ad Eder, che si va a posizionare proprio dietro Icardi, con Brozovic largo a destra. L'Italiano è più punta rispetto al croato e la sua maggiore offensività mette più in apprensione la difesa genoana. Nonostante questo, gli ospiti iniziano il secondo tempo come avevano finito il primo, attaccando soprattutto sulla loro corsia di destra, dove Omeonga e Rosi mettono in difficoltà Dalbert, spesso non aiutato da Perisic. Il Genoa prova a mettere il naso fuori, cercando di tenere lontano dalla propria area l'Inter: questo in realtà concede maggiori spazi alla squadra di Spalletti, che complice la stanchezza degli avversari, quando attaccando riescono ad essere più pericolosi, alternando conclusione dalla distanza (Eder) e inserimenti sul secondo palo (Brozovic). In questa ripresa è più coraggioso Dalbert, che spinge di più e arriva in più di una occasione al cross. Spalletti getta nella mischia Karamoh, che prende il posto di Borja Valero, con Brozovic in mediana. Il francese piace, sembra non sentire l'emozione dell'esordio a San Siro e prova sempre la giocata: quando riesce, è un bel vedere. Karamoh dà nuova linfa all'Inter, che spinge con maggiore costanza. Entra ance Joao Mario per Brozovic, presentando la versione più offensiva possibile dell'Inter. Grazie ad un colpo di testa di D'Ambrosio i nerazzurri riescono a sbloccare la partita e a vincerla, dando un bel bonus alla propria autostima. Una partita difficile, giocata contro un buon Genoa che con lucidità ha fatto quello che il suo allenatore gli ha chiesto. L'Inter però vince con coraggio e logica, perché spinge di più ma non perde mai equlibrio, continuando a muovere il pallone fino a trovare il varco giusto. La manovra, per 3/4 di partita è ancora lenta e compassata, fino all'ingresso di Karamoh la mancanza di un uomo che cerchi l'uno contro uno di natura è palese. Candreva crossa molto, ma questo schema di gioco deve essere rivisto perché inizia a prendere una piega negativa. Quello che contava però era tornare alla vittoria, per allungare sul Milan e abituare la squadra alla vittoria, sperando che presto i tre punti possano essere accompagnati anche da prestazioni più convincenti. 

Sezione: Angolo tattico / Data: Lun 25 settembre 2017 alle 11:09
Autore: Matteo Serra / Twitter: @MattSerra5
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