Presente alla presentazione del libro di Michele Uva e Maria Luisa Colledani, 'Soldi vs idee', club manager dell'Inter Riccardo Ferri, intervenuto dal palco, ha parlato del tanto inflazionato concetto di sostenibilità calcistica, oggi necessario alla sopravvivenza dei club. "Arrigo Sacchi abbiamo apprezzato tutti nonostante fosse dell’altro lato di Milano in quel momento storico. Sacchi ha sempre avuto grandi idee, noi siamo un popolo pieno di idee e fantasia, forse il migliore al mondo. Ma la sostenibilità è una cosa molto importante e credo che lo stesso Arrigo nel suo finale di carriera abbia avuto grandi idee ma che non sono andate in porto tutti probabilmente. Insieme al cavalier Berlusconi è riuscito grazie alle sue idee e sostenibilità a creare un prodotto importante. Questo la dice lunga su ciò che andremo a discutere, ma senza sostenibilità diventa difficile avere anche idee sui nostri settori giovanili sui quali spesso parliamo ma senza sostenibilità viene difficile anche fare programmi. In questi ultimi vent’anni abbiamo tanto parlato di questo ma purtroppo spesso senza sostenibilità e allenatori che magari alla nostra epoca più che allenatori erano degli istruttori che lasciavano il solco importante per chi arrivava dopo e a noi giocatori che passavamo. A calciatori come me o Billy (Costacurta, ndr) hanno lasciato delle nozioni che ancora oggi ci portiamo e ci vantiamo di aver avuto. Senza sostenibilità ad oggi, se vogliamo paragonarci al calcio europeo, diventa difficile". 

"Farei una distinzione tra le squadre di prima fascia e quelle di seconda o terza. In prima fascia ci sono delle difficoltà oggettive, in seconda e terza fascia abbiamo visto giovani aprirsi e confermarsi e probabilmente fanno già parte di squadre importanti. Per quanto riguarda le grandi squadre le difficoltà sono oggettive, alcune delle grandi squadre hanno avuto parecchi infortuni e in quei casi hanno avuto la possibilità di rischiare dei giovani che poi si sono confermati capaci di restare a quei livelli. Magari se questi infortuni non ci fossero stati questi ragazzi sarebbero arrivati in maniera diversa, in maniera tardiva magari. Questo succede perché nei grandi club gli allenatori non hanno il tempo da investire perché devono ragionare nel breve periodo e non a medio-lungo termine quindi fanno le scelte più appropriate. Da considerare anche che nelle squadre di prima fascia ci sono giocatori d’esperienza internazionale importantissima e andarsi a giocare un posto con calciatori di questo livello è più difficile rispetto al periodo in cui giocavo io" continua a proposito del discorso legato ai giovani, tanto caro anche al ct Mancini.

Ferri: "Giovani, nelle big gli allenatori ragionano sul breve periodo"
Sezione: Web Tv / Data: Mer 08 marzo 2023 alle 19:14 / Fonte: Dall'inviato Simone Togna
Autore: Egle Patanè / Twitter: @eglevicious23
vedi letture
Print