Mario Sconcerti distribuisce sul Corriere della Sera i suoi voti di fine pre-campionato. Domani, infatti, si torna in campo in Serie A. "Le differenze davvero valutabili stanno per ora tutte sugli allenatori, prima di tutto Conte, poi Sarri, Fonseca e Giampaolo. Sono loro le uniche garanzie del nuovo, il resto è desiderio, non ancora realtà", dice nella sua analisi l'editorialista, che all'Inter dà 8. "Non sono sicuro - scrive - abbia giocatori migliori di un anno fa, forse Barella e Sensi portano eccezioni, ma non è questo che fa il giudizio. È la forza complessiva della società, la sua insistenza e ricchezza. La capacità di realizzare scelte profonde. Era dal miglior tempo di Moratti che mancava questo valore intrinseco, questa coscienza di grandezza complessiva. Dopo dieci anni è tornata la vecchia Inter, quella dentro le cose. La squadra è a metà strada fra la ragione (Barella, Sensi, Godin) e la scommessa (Lukaku, forse Sanchez, anche se Milik accanto a Lukaku sarebbe il massimo). Ma è la cifra totale che è diversa, è l’aria che è tornata da grande squadra. È stata anche data tanta libertà a Conte. Iniziare la stagione mettendo fuori rosa Icardi e Nainggolan è un lusso macabro, proseguire mettendo fuori Perisic diventa un danno totale enorme. È vero che nel calcio basta un gol perché tutto venga dimenticato, ma in realtà non si ricorda in nessun tempo un’operazione del genere. Quanto sia stata forza e quanto confusione si vedrà nei giorni. La differenza col passato è che questa volta il disordine non è stato subito, è stato pensato, voluto, portato a termine. Questo il primo vero merito di Conte e Marotta".

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Sezione: Rassegna / Data: Ven 23 agosto 2019 alle 21:52
Autore: Redazione FcInterNews.it / Twitter: @Fcinternewsit
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