Anche Ottavio Bianchi ha vissuto in prima persona l'esperienza di giocare a porte chiuse quando era allenatore del Napoli. Parliamo della stagione 1987/88, al Bernabeu contro il Real Madrid. "A porte chiuse non può essere calcio. L’atmosfera è irreale, tutto è ovattato e tu devi cercare di isolarti perché ogni parola finisce per essere amplificata - spiega al Corriere dello Sport -. L'allenamento al San Paolo senza gente? Beh, è normale cercare di replicare il più possibile le condizioni della partita. Ma una partita a porte chiuse non può essere nemmeno paragonata a un allenamento, perché in allenamento ti puoi fermare, parlare, correggere. A priori è difficile stabilire chi sarà favorito dalla situazione. I grandi campioni, ad esempio, hanno bisogno del pubblico, anche se contrario. Altri, invece, soffrono l’ambiente e allora potrebbero essere sollevati. Si vedrà…". 

Sezione: Rassegna / Data: Mar 25 febbraio 2020 alle 10:45 / Fonte: Corriere dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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