"Se devo scegliere un ricordo, mi piace ricordare di quella volta che andò dall'oculista per una visita. Entrò e come prima cosa vide le sedie rossonere all'ingresso e rimase in piedi. Poi dopo un po' chiese al dottore: 'Scusi, ma perché ha le sedie rossonere?'. 'Sono milanista', gli rispose. Lui non fece una piega e decise di sedersi. Poi dopo un po' disse di nuovo al medico: 'Sa cosa le dico? In fondo mi piacciono: sono molto comode per il mio culo...'. In questo aneddoto c'è tutta la sua ironia". Questo il ricordo di Ernesto Pellegrini alla Gazzetta dello Sport su Peppino Prisco, entrato in questi giorni nella Hall of Fame dell'Inter.

"Indimenticabile quella volta ad Arcore con me e Berlusconi a ricordare le origini dell'Inter. 'L'Inter è la dimostrazione che anche nascendo da umili origini, si può diventare grandi nella vita'. Il suo interismo ea elegante e intelligente", racconta Adriano Galliani.

"Una volta avevamo vinto 1-0 una gara importantissima e Peppino se ne stava in un angolo, senza festeggiare con noi. 'Come mai?', gli chiesi. 'Non è la giornata giusta per festeggiare. Il Milan ha perso solo 4-0...'", ricorda Roberto Boninsegna.

Non potevano mancare le parole di Massimo Moratti. "All'avvocato mi legano ricordi fin dai tempi della Grande Inter. Tra l'altro fu lui a spingermi a ricomprare il club. Ma vorrei sottolineare lo spessore dell'uomo rievocando un invito a cena a casa sua. Nell'appartamento c'erano dappertutto immagini dell'Inter, mentre solo in un angolino i riconoscimenti avuti come ufficiale degli Alpini, capace di tornare dalla Russia con un contingente, sia pure assai ridotto, dei soldato che gli erano stati affidati. Gli feci notare che quella medaglia al valor militare e quegli encomi solenni andavano collocati in bella evidenza, ma lui spostò subito il discorso sul calcio. È un aspetto che mi impressionò allora e che continua a impressionarmi oggi".

Infine, spazio al ricordo di Barbara Facchetti. "Interista vero, pungente, mai sopra le righe. Una volta in una trasferta in Germania, con mio papà in panchina con Hodgson, lo salutai pensando che non mi riconoscesse, e invece mi rispose: 'Ma certo che ti ho riconosciuta, sei Giacinto con la parrucca bionda'".

Sezione: Rassegna / Data: Ven 04 marzo 2022 alle 11:16 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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