Da un lato la regia di Pirlo, brillante e libero di agire, dall’altra, "nei panni dell’allievo, c’è il giovane Kovacic: un po’ di luce, molte ombre", come segnala la Gazzetta dello Sport. "Si vede che il piede c’è, ma mancano altre qualità per farne un centrocampista completo. Sono 48 i palloni toccati, 40 i passaggi (2 errori), 2 i lanci, 4 i recuperi, 3 i dribbling riusciti. Il problema è che, spesso, Kovacic appoggia il pallone all’indietro, chiama in causa i difensori invece di tentare la giocata importante in verticale, quella che si pretende da un regista. Inoltre, una volta alzata la testa, il ragazzo si accorge che ai suoi lati ci sono Kuzmanovic e Taider, cioè due faticatori, e non Vidal e Pogba che sono maestri negli inserimenti. Gli esterni Jonathan e Nagatomo non gli suggeriscono, come dovrebbero, il passaggio: entrano sì nelle azioni (110 volte, proprio come i terzini juventini), ma sempre con le spalle girate alla porta avversaria e, quindi, «imprigionati». In fondo, a pensarci bene e senza essere catastrofisti, nemmeno Pirlo potrebbe illuminare questa spenta Inter". 

Sezione: Rassegna / Data: Lun 03 febbraio 2014 alle 10:34 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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