Nessuna crisi per il calcio delle big europee. E la frattura con il resto del continente si fa sempre più ampia. La Gazzetta dello Sport illustra oggi i dati del rapporto Uefa sui conti dei club: "Da un lato ci sono i 5 campionati top — Inghilterra, Spagna, Germania, Italia e Francia — che totalizzano il 75% dei ricavi (i primi 30 club rappresentano il 50%). Dall’altro lato, cinquanta campionati economicamente e sportivamente (salvo eccezioni tipo l’ultimo Ajax) abbastanza marginali, dalla Russia a Gibilterra. La terza coppa Uefa dal 2021 dovrebbe concedere un trofeo a portata di “piccole”. Ma anche tra le leghe top la forbice si sta allargando: e l’Italia fatica a tenere il ritmo delle tre locomotive".

In vetta c'è sempre la Premier League, il cui fatturato (5,4 miliardi di euro) vale Spagna (3,15) e Italia (2,31) assieme. Merito soprattutto dei diritti tv. "La Germania ha superato di un soffio la Spagna al secondo posto tra le leghe. Noi ormai siamo stabili al quarto (come nel ranking Uefa: un parallelo da non sottovalutare). Per fortuna anche la Francia, 5a, si sta attardando - evidenzia la rosea -. Ma non siano un sollievo i problemi dei cugini: nel 2012-13 i diritti tv della Serie A erano quasi un miliardo e quelli inglesi 1,26. In oltre cinque anni abbiamo perso terreno, credibilità e fonti d’incasso".

La verità è che i nostri club sono ancora legati troppo ai diritti-tv per quanto riguarda le entrate. Male sponsor e commercials. Niente stadi nuovi, bilanci in rosso e anche poco social. Le note positive riguarda il ritorno dei tifosi negli stadi e gli stipendi non crescono in modo spropositato. "Il calcio europeo comunque cresce. I ricavi globali sono passati da 20 a 21 miliardi. Gli spettatori degli stadi hanno raggiunto la cifra record di 105 milioni (+8% dei ricavi da biglietti). La gestione finanziaria è molto migliorata, con un aumento del patrimonio netto da 2 a 9 miliardi in un decennio. Il debito netto, che prima del fair play finanziario era al 65% dei ricavi, oggi è sceso al 40%. Tutti segni “più”, quasi di default. Viene allora da pensare che, con la nostra tradizione, la nostra cultura, il nostro fascino calcistico, forse basterebbe poco per tornare sul podio", chiude la Gazzetta.

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Sezione: Rassegna / Data: Gio 16 gennaio 2020 alle 09:39 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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