Intervistato da La Gazzetta dello Sport, Riccardo Ferri parla di Diego Godin e del suo approdo nella Milano nerazzurra: "A me questo uruguaiano piace molto. Sento dire in giro che ha 33 anni come se fosse un grave handicap. Non lo ritengo tale, o perlomeno l’età non mi preoccupa: le carriere sono diventate più longeve. Io saluto con molto ottimismo l’arrivo di questo centrale perché porta in dote anzitutto la sua personalità: in uno spogliatoio è un valore prezioso, si diffonde e lo riempie di positività. Godin, in campo, ha sempre dimostrato senso di appartenenza e mi sono sempre piaciuti i suoi atteggiamenti da Condottiero. Ha lasciato un segno sia nelle squadre di club che nella sua Nazionale, agli ultimi Mondiali mi ha incantato per come riusciva a imporre il suo carattere da leader. Credo perciò che Conte abbia inserito in squadra anzitutto un trascinatore. A livello di qualità individuali, questo è forte di testa, nell’uno-contro-uno, ha fisico e temperamento, una buona tecnica, scelta di tempo anche negli inserimenti sulle palle da fermo. Insomma, è completo. Dopo di che, se vogliamo scendere sul piano tattico, il trio che si va a formare è perfetto per la linea tre. De Vrij-Godin-Skriniar è una barriera insuperabile non solo in Italia ma a livello d’Europa: l’Inter ha messo assieme una difesa di qualità assoluta".

Ferri insiste molto sulla accresciuta personalità. "Prendo ad esempio un attaccante come Cavani. Ecco uno che, come Godin, sa spendersi per la squadra: fa le due fasi con la stessa tenacia e per me difensore diventa un incubo perché appena l’ho fermato nel suo tentativo di attacco me lo ritrovo addosso in pressing. Un rompiscatole. Ed è un altro uruguagio".

Sezione: Rassegna / Data: Sab 27 luglio 2019 alle 12:28
Autore: Stefano Bertocchi / Twitter: @stebertz8
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