"Una volta ero come tutti i giovani serbi: impulsivo. Ora diciamo che conto di più prima di prendere una decisione o dire una cosa. Adesso do anche consigli ai più giovani, pensi un po’... Quando le cose vanno bene, tutto bene; quando gira un po’ storto c’è sempre bisogno di una parola giusta, che aiuti...". Parla così Filip Djuricic, intervistato dalla Gazzetta dello Sport, dopo un avvio scoppiettante sia a livello personale che di squadra.

Oggi, al sesto anno in Italia, com’è Filip Djuricic?




"Più... easy. Oggi che ho tre figli, una bambina e due maschietti, il calcio è passione ma non la cosa più importante della mia vita. Una volta se perdevo piangevo tutto il giorno".




Col Sassuolo vi siete abituati a vincere.




"Abbiamo iniziato bene e vorremmo confermarci, dare continuità: insomma, arrivare dietro le grandi. Vincere la prima gara era importante: non solo perché si lavora meglio ma anche per Dionisi, debuttante in A: è una gran bella persona".


A poco dai trent’anni è contento della sua carriera?


"Non ho rimorsi. Ho avuto come allenatore grandi ex giocatori, tipo Van Basten, quella grande persona di Mihajlovic che mi fece esordire da centravanti nella nazionale serba, Koeman, Advocaat adesso Stojkovic in nazionale. Quando ero in Olanda, a 18 anni venni eletto miglior giocatore assieme a Bony ed Eriksen. Ho vissuto una finale col Benfica di Europa League: insomma, diciamo che certe situazioni avrei potuto gestirle meglio ma anche che di esperienze ne ho vissute un bel po’, tutte belle...".

Sezione: Rassegna / Data: Dom 29 agosto 2021 alle 11:50
Autore: Alessandro Cavasinni
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