Intervistato dal Corriere dello Sport, Maurizio Casasco, presidente dei medici sportivi, spiega la sua idea di ripartenza dello sport partendo a parlare dei tamponi: "La priorità va data al territorio, agli ospedali e in particolare a chi è in prima linea. Senza nessun tipo di fraintendimento. Prima a chi ne ha bisogno e poi allo sport. Abbassare il contagio e aumentare la dotazione di tutti i dispositivi medici è fondamentale. Gli sportivi sono cittadini: davanti solo chi ha bisogno".

Tamponi e test sierologici: il protocollo è basato su questo... E se mancano, come si fa? Quando si comincerà? 
"I tornei e le attività potrebbero riprendere il 13 maggio, il 13 giugno o il 13 dicembre. Non spetta a me dirlo. Il quadro verrà dato dai decreti e dai provvedimenti delle istituzioni di governo. Noi raccomandiamo solo le condizioni per le quali, alla ripresa delle attività, il contagio non sia presente e si contrasti in modo efficace il teorico insorgere di nuovi casi. Poi mi rendo pure conto che nella situazione attuale, ad esempio, in Lombardia, ci sono quattro club di serie A e la Regione dice di andare in giro con la mascherina... Il nostro protocollo dà una linea scientifica. Ma se in un determinato luogo non è reperibile, a puro titolo di esempio, una macchina per l'elettrocardiogramma, è un problema che mi pongo da un altro punto di vista. Non confondiamo il livello scientifico con quello organizzativo. E comunque, ripeto, sia chiaro: prima la salute dei cittadini e di chi lavora per salvare la vita alle persone"

Alternative ai tamponi?
"Io spero che fra una decina di giorni i tamponi non siano più un problema. E comunque siamo in attesa di ulteriori novità che recepiremo nel protocollo. La Fmsi è l'unica società scientifica di medicina sportiva accreditata presso il Ministero della Salute e i rapporti con la comunità scientifica e l'Oms sono continui e di primo livello. Probabilmente saranno presto a disposizione dei test Rna, attualmente in corso di validazione. Permetteranno di affiancare i controlli indicati nel protocollo da una unica prova che sia alternativa a tamponi e analisi sierologiche. Questi nuovi test evidenzieranno sia la presenza della infezione in fase attiva (che ora risulta dai tamponi), sia le tracce di IgM e IgG che ci dicono se si è stati infettati e se si è immuni".

Con la ripresa delle competizioni l'insorgere di un positivo rischierà di mandare di nuovo tutto per aria.
"In questo caso ci si dovrà comportare secondo legge, ma con il nostro protocollo si restringe al minimo anche la ricerca di possibili contagi passati e si salvaguardia da quarantena o da altri provvedimenti atleti e squadre che hanno avuto occasione di incontro con l'eventuale positivo prima di quattro o cinque giorni".

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Sezione: Rassegna / Data: Lun 06 aprile 2020 alle 10:24
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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