Nel suo blog su GQ Italia, Ivan Zazzaroni ha provato ad analizzare il triste epilogo del Mancini-bis all'Inter e ne è emerso un quadro che attribuisce all'allenatore jesino una fetta di responsabilità per la gestione della sua situazione:

Mancini ha sbagliato quando ha deciso di tornare: era, quella, un’Inter a due teste; la terza, la sua, ha alimentato ulteriormente divisioni e confusione – Moratti, peraltro, gli avrebbe preferito Leonardo. E ha sbagliato quando alcune settimane fa, subentrati i cinesi, non ha presentato le dimissioni lasciandoli liberi di scegliere se confermarlo o meno. A dire la verità ci ha anche pensato, ma le tante promesse di rinnovo, autonomia e grandeur formulategli in almeno tre occasioni – l’ultima un mese fa – da Thohir, poi fattosi di nebbia, l’hanno indotto a restare. Per orgoglio, voglia di dimostrare e anche per rabbia. Mancini pretendeva “soltanto” chiarezza su mercato (Erkin, Ansaldi e Banega non li aveva indicati lui) e obiettivi, l’ha avuta a cose fatte: Thohir non lo voleva più da mesi, lo sapevano anche al Milan.

Il Mancini-bis è finito malissimo, nel dissenso più totale. Tanti tifosi che l’avevano amato e acclamato al suo ritorno l’hanno mollato: per loro era diventato un peso, troppe pretese, troppi acquisti sbagliati (Podolski, Shaq, Melo, Kondogbia, Telles) e pochi punti e gioco. Ora, non è vero che la Premier ha cambiato Mancini; Mancini è sempre stato questo, tanto da giocatore quanto da allenatore, è il nostro calcio che è cambiato – Juve a parte – e non fa più per lui. Mancini – come Mourinho, Capello, Wenger, Benitez – ha sempre messo la qualità individuale davanti a tutto e ha sempre avuto bisogno di un interlocutore, uno solo, per il confronto tecnico, l’Oriali della situazione, insomma. O ancor prima Paolo Borea o Governato. Nell’Inter di Thohir non l’ha trovato: il povero Ausilio ha fatto quel che ha potuto e gli han detto di fare.

Da tanti anni sento ripetere che Mancini “è un raccomandato, sopravvalutato, un mediocre, viziato”, e che i tanti successi ottenuti sarebbero frutto di fortuna o di Calciopoli. Non cambio certamente idea: è un fuoriclasse, un top, è calcio, ma alcune volte, come il calcio, vittima di se stesso.

Sezione: News / Data: Lun 08 agosto 2016 alle 16:53
Autore: Redazione FcInterNews.it
vedi letture
Print