Durissima analisi quella che Luigi Garlando propone oggi sulla Gazzetta dello Sport. Un commento a tutto tondo (e negativo) della stagione nerazzurra e, in particolare, dell'operato di Walter Mazzarri, ancora paragonato con Andrea Stramaccioni.  

"Sarebbe sbagliato interpretare come semplice mal di pancia l’impressionante tsunami di critiche che ha travolto in Rete Walter Mazzarri. Perchè non sono solo inventive, piuttosto un censimento di colpe, quasi la certificazione di un fallimento difficile da smentire. Guai a sottovalutare il comune sentire popolare. Vincere le ultime due partite può assicurare il traguardo minimo del quinto posto, ma non cancellerà le troppe perplessità della stagione.
Quante squadre possono vantare la qualità di Guarin, Hernanes e Kovacic a centrocampo? In tutto il derby l’Inter non ha costruito una sola, vera occasione da gol. Hernanes, sempre protagonista alla Lazio, qui sta fermo o gira a vuoto, come se avesse perso il libretto delle istruzioni. Non si riconosce un gioco che faccia fruttare tanta qualità, solo corse sulle fasce che ora sono pure fiacche. Le squadre di WM, se non altro, finivano la stagione al galoppo. Perché l’Inter, senza coppe e senza infortuni, si è sgonfiata così? L’impressione è che non tutti siano pronti a buttarsi nel fuoco per un tecnico che ha faticato a credere nei giovani, ha scontentato anche i vecchi e ha denunciato troppo spesso pubblicamente le colpe della squadra. 
La risalita in classifica, dal nono posto della stagione scorsa, è un effetto ottico. Un anno fa l’Inter chiuse a 33 punti dalla Juve, ora è a 39: la vetta si è allontanata. In una stagione disgraziata, mutilata a metà da epidemie, infortuni, faide ed ammutinamenti, l’Inter 2012-13, impegnata in Europa, lasciò intuire personalità da grande mettendo in fila 7 vittorie, battendo le prime tre in classifica e vincendo comunque 16 volte; questa, rafforzata a metà corsa da un acquisto da 20 milioni (Hernanes), non ha mai allineato tre successi, non ha battuto una delle prime tre ed è ferma a soli 14 successi. 
Se nove mesi di lavoro hanno prodotto questo quadro deprimente, è lecito che il popolo si interroghi sulla volontà di Thohir di confermare Mazzarri e, addirittura, sull’opportunità di prolungarne il contratto. Quanti margini di miglioramento ha questa squadra? Vidic e Dzeko ti cambiano la vita? Il 3-5-2 è un’auto fuori produzione di cui si faticano a trovare i pezzi di ricambio. Come li migliori i cavalloni di fascia che all’estero nessuno usa? Conte ci ha provato invano con Isla, infatti ora medita la stessa rivoluzione felicemente impugnata da Benitez a Napoli: esterni offensivi che in Champions dettano legge. Gioco di qualità, difesa a 4, giovani: questa è la strada che porta in Europa. 
Hernanes, dopo il derby, si lamentava: «Abbiamo sempre bisogno di soffrire, per reagire». Mazzarri, cresciuto in provincia, continua a insegnare un calcio di reazione e non di azione, come invece una grande piazza pretende. 
Si dice: «Thohir non può stipendiare tre allenatori. Mollare WM gli costerebbe una decina di milioni». E quanto costerà (anche in termini di tempo) perseverare e scoprire tra un anno o due di dover fare la rivoluzione che gli altri, anche la Roma, hanno già portato avanti? Non è meglio fare subito il grande sacrificio e cercare il calcio moderno, di giovani e coraggio, con un tecnico scelto e non ereditato, che lo stesso Thohir ha sempre detto di inseguire? 
Questi sono gli interrogativi che travagliano il tycoon di Giacarta. E il suo popolo". 

Sezione: News / Data: Mer 07 maggio 2014 alle 22:14 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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