Lunga intervista di Repubblica Fabio Galante, titolare in quell'Inter-Real Madrid del 25 novembre 1998. "E domani, mercoledì 25 novembre, l'Inter accoglie di nuovo in casa i blancos. Speriamo che la ricorrenza porti fortuna. Anche se la fortuna con vittorie del genere c'entra poco. Molto, nel nostro caso, dipese dall'allenatore", ricorda l'ex difensore nerazzurro.

Cosa fece di speciale Gigi Simoni?
"Ci aiutò ad allentare la tensione, ad arrivare sereni al grande momento. Era bravissimo a farlo. La sera prima del match, noi giocatori eravamo nella sala dei giochi della Pinetina, fra biliardo e mazzi di carte. Il mister salì le scale e si unì a noi. Ci guardò sorridendo e disse: Vi vedo un po' tesi, cos'avete? Non dobbiamo mica giocare contro il Real Madrid. Era la battuta che ci facevamo sempre prima delle gare di campionato. Ci aiutò a riportare il tutto in una dimensione controllabile, che potevamo gestire".

Vinse e fu esonerato.
"Purtroppo sì, successe pochi giorni dopo. Vincemmo ancora con la Salernitana e poi fu mandato via. Andammo in delegazione a casa Moratti per fargli cambiare idea ma non ci fu nulla da fare. Il presidente aveva preso la sua decisione. Ebbe poi modo di pentirsene, sia dal punto di vista morale che da quello sportivo. Per noi cominciò un periodo complicato".

Pensa che se l'Inter mercoledì non dovesse farcela Conte sarebbe a rischio?
"Non credo. Certo, quest'anno le aspettative sono alte per molti motivi, a cominciare dal mercato fatto nelle ultime due stagioni. E non passare il turno sicuramente non farebbe piacere alla proprietà, ma Conte andrà comunque valutato in modo più ampio. Ho fatto il ds tre anni al Chiasso e ho imparato che fin quando la squadra segue l'allenatore, il rapporto non va interrotto. Il caso Simoni insegna".

Cosa deve fare l'Inter per spuntarla domani?
"All'andata è stata una partita strana, con tanti errori individuali. Non bisogna ricascarci. In questo calcio a porte chiuse capitano scivoloni apparentemente inspiegabili che cambiano le partite. Molti risultati hanno davvero poca logica. Assistiamo a gare apertissime e imprevedibili, dominate ma perse, subite e poi vinte con mezzo contropiede".

Al Real mancherà per infortunio Sergio Ramos, senza cui i blancos hanno perso 7 delle ultime 8 gare in Champions.
"I numeri e la storia dicono che Ramos per il Real ha un'importanza mostruosa. Non dà sicurezza solo al proprio reparto, ma all'intera squadra. Non averlo a disposizione è una perdita enorme, è come togliere Messi al Barcellona o CR7 alla Juventus. È un top player a tutto tondo, è sempre decisivo e fa anche un sacco di gol. Quando smetterà di giocare, a Madrid avranno difficoltà a rimpiazzarlo".

Chi vincerà lo scudetto?
"Non sono bravo coi pronostici. E più che in altri anni, è difficile fare una previsione. Questo è un bene per chi ama il calcio, dopo anni di dominio bianconero. La Juventus ha cambiato molto a partire dall'allenatore. Resta fortissima e per forza favorita, ma aspettiamoci sorprese. Vedo in corsa per il titolo Inter, Roma e Napoli. E a questo punto dobbiamo metterci il Milan, anche se per qualità di rosa sarebbe più da quarto o quinto posto con Lazio e Atalanta".

Sezione: News / Data: Mar 24 novembre 2020 alle 12:34 / Fonte: Repubblica
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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