Domenico Arnuzzo ha trascorso la sua vita nel mondo del calcio all’insegna della Sampdoria di cui è stato capitano, prima come giocatore, poi come dirigente (responsabile del settore giovanile, team manager e infine direttore sportivo con la presidenza Enrico Mantovani). Tra le sue scoperte anche un certo Roberto Mancini: "Ricordo che ero da poco responsabile del settore giovanile blucerchiato e fui mandato dall’allora ds Claudio Nassi ad assistere a un Bologna-Inter per seguire un certo Mancini - le parole di Arnuzzo a Tuttosport -. Allo stadio c’erano osservatori da tutta Italia ma Roberto giocò solo per un tempo a causa di una caviglia in disordine. Non sapevo bene cosa scrivere nella mia relazione perché avevo visto poco di mancini ma scrissi che ‘il ragazzo ha lasciato intravedere quelle qualità che contraddistinguono un ottimo calciatore’. Poi sappiamo tutti come andò a finire, a giugno Roberto arrivò da noi insieme con il nuovo ds Paolo Borea".

L’EPOCA DELLA SAMPD’ORO - "Merito soprattutto del presidente Enrico Mantovani e delle sue intuizioni. E in questo contesto Mancini seppe esprimere tutto il suo talento così come altri grandi giocatori che con Vujadin Boskov conquistarono risultati eccezionali".

MANCINI GIA’ ALLENATORE - "E’ sempre difficile pronosticare un futuro da tecnico per un giocatore. Sinceramente allora a me sembrava che quelle qualità le avesse più Vialli che Mancini. Certo è che, finita la carriera da giocatore, Mancini ha tirato fuori quel carattere indispensabile per gestire una squadra. L’esperienza maturata all’estero, in Inghilterra, ha aggiunto conoscenze importanti che hanno arricchito il suo bagaglio tecnico accumulato in Italia. Ora è uno dei migliori in assoluto".

GESTIONE DEL GRUPPO - "Sento fare tanti discorsi di tattica, di tecnica ma la cosa più importante nel calcio è sapere gestire un gruppo. I giocatori devono credere in quello che viene loro proposto altrimenti non si arriva a niente. E in questo Mancini è un maestro. Basta vedere come giocano le sue squadre e il sacrifico a cui si sottopongono alcuni giocatori. E’ un po’ come a scuola. Prima o poi, spesso più prima che poi, la classe sa chi è il professore migliore".

IN COMUNE CON VENTURA - "Hanno il modo di porsi davanti alle tv. Dicono sempre cose sensate e soprattutto dicono ciò che pensano. Questo è un segno di personalità e sicurezza. D’altronde non è un caso se l’Inter sia tornata in testa alla classifica e se il Torino da anni stia facendo più che bene".

Sezione: News / Data: Sab 07 novembre 2015 alle 14:54
Autore: Lorenzo Peronaci / Twitter: @lorenzoperonaci
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