"Se ci avessero chiesto all’inizio quanti punti contavamo di avere alla fine dell’andata, ci saremmo accontentati pure di qualcuno di meno. Nonostante una campagna acquisti discreta e soprattutto condotta in linea con le indicazioni di Filippo Inzaghi. Diciamo che abbiamo posto le basi di un buona seconda metà del campionato. Andiamo avanti così e la salvezza tranquilla che volevamo arriverà". Lo dice il presidente del Benevento, Oreste Vigorito, intervistato dal Corriere dello Sport a poche ore dalla sfida di San Siro contro l'Inter.
 
 Ripartite dall’Inter, probabilmente la favorita del campionato. Ci sono modi più semplici. 
"Questo ci tocca, una delle poche squadre che ci ha dato una lezione. Ci segnarono e noi non avevamo ancora capito che era cominciata la partita. Prima avevamo vinto a Genova con la Sampdoria, perché la gara con l’Inter era stata posticipata, e forse ci siamo illusi. Abbiamo dovuto imparare che non eravamo diventati improvvisamente la Juventus. Una volta compreso questo la Juve l’abbiamo fermata, come la Lazio, abbiamo battuto la Fiorentina e insomma ci siamo tolti qualche soddisfazione". 
 
Oggi, chissà. San Siro vuoto, campionato d’emergenza. 
"Tanto non credo che per veder giocare noi sarebbero venuti in ottantamila. Semmai è sul nostro campo che si respira calcio, sono i nostri ventimila che ci sono sempre e soffiano alle spalle del Benevento. Noi abbiamo il dottor Stefano Salvatori che collabora con noi e non è un medico, è un sergente travestito. Appena arrivi al “Ciro Vigorito” ti ritrovi un tampone nel naso. Sappiamo bene che cosa sia l’emergenza. Spendiamo un sacco di soldi, ma in questo modo abbiamo avuto solo due casi di Covid. Sponsorizzazioni calate del 30%, niente biglietti e per un club delle nostre dimensioni è un salasso. Però nessuno mi obbliga a fare calcio. Lo faccio perché voglio". 
 
Un bel tipo questo Adolfo Gaich che avete preso. 
"Abbiamo un’organizzazione capillare che fa capo al nostro ds Pasquale Foggia. Si cerca online, si individua l’uomo che interessa e a quel punto entra in azione la nostra rete di osservatori, amici, collaboratori o dipendenti del club. Gaich in Argentina ha fatto parecchio bene, al Cska Mosca meno, ma con un insegnante come Inzaghi, centravanti pure lui, riuscirà ad ambientarsi in un campionato difficile come il nostro. Le doti fisiche sono evidenti, su quelle tecniche garantiscono ds e allenatore. Trattativa di diversi mesi, condotta sott’acqua in mezzo a concorrenza varia, belga, spagnola e italiana". 
 
E come avete fatto a spuntarla? 
"Un po’ l’immagine di club organizzato che ci stiamo costruendo, un po’ i punti ottenuti che hanno cancellato l’immagine di squadra destinata a tornare in B. Evidentemente è credibile il progetto di portare stabilmente il Benevento a metà classifica. Poi la notorietà di Inzaghi non guasta. Gaich non è l’unico che tra varie destinazioni possibili ha scelto noi. C’è ancora qualche procedura da completare. Speriamo di schierarlo il 7 febbraio contro la Sampdoria". 
 
Se lo riscatterete diventerà l’acquisto più costoso nella storia del Benevento. Sintomo di entusiasmo, e non è poco di questi tempi. 
"Gli investimenti non sono mai mancati. Che vuole, abbiamo una fissazione: vogliamo passare l’esistenza in Serie A. Abbiamo un piccolo bacino d’utenza, ma per fare un esempio negli ultimi cinque o sei mesi siamo al quarto posto assoluto in Europa per la crescita dei contatti sui social. Siamo una società giovane che ha perso troppo tempo nelle serie minori. Noi intendiamo assestarci in Serie A. Dobbiamo ovviamente vedercela con altre realtà che hanno la stessa idea". 

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Sezione: L'avversario / Data: Sab 30 gennaio 2021 alle 09:10
Autore: Stefano Bertocchi / Twitter: @stebertz8
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