Parma è stata la sentenza di morte sulle residue speranze di scudetto dell’Inter. Il tricolore è ormai destinato a scucirsi dalle maglie nerazzurre che, dopo cinque lunghi anni di successi, abdicheranno o a favore del Milan (favorito al trono) o del redivivo Napoli, che spera ancora in un miracolo. Ma questa stagione, dopo le mesta sconfitta nel derby che, di fatto è stata la pietra tombale sul morale dei nerazzurri, e il fulmine a ciel sereno dell’eliminazione quanto mai inaspettata contro la matricola Schalke, ha ancora da offrire il suo premio di consolazione, ovvero la Tim Cup. Competizione generalmente bistratta negli anni, la coppa nazionale acquista un grande fascino negli anni post Calciopoli, anni in cui la Roma e l’Inter (che nelle annate prima dello scandalo, ne vinse due, proprio contro i giallorossi) che si contendevano il trofeo, con delle sfide storiche, che hanno catalizzato l’attenzione del calcio nazionale, con ben cinque finali in sei anni.

La coppa, nel corso degli anni si evolve. Con l’avvento in Italia di Josè Mourinho, la Lega decide di ‘inglesizzare’ il trofeo, decidendo per delle gare secche, negli ottavi e nei quarti (oltre che nella finale, che si gioca nella capitale), lasciando la vecchia formula di ‘andata e ritorno’ per le sole semifinali. La competizione, apostrofata come ‘Coppetta’, ‘Intralcio’ e chi più ne ha più ne metta, trova nuova considerazione, soprattutto perchè nessuno ci tiene a perdere e vengono schierate le migliori formazioni. Ricordiamo il bel match tra Inter e Roma, nei quarti di finale del 2009, vinto dai nerazzurri per 2-1, grazie ai gol di Adriano e Ibrahimovic, con una Roma mai doma e sempre pericolosa sino alla fine. Oppure l’Inter-Juventus dello scorso anno, sempre vinto per 2-1 dai nerazzurri. Sfide combattutissime insomma, che i ragazzi di Mourinho hanno portato a casa dopo aver dato fondo alle loro massime energie contro squadre sempre agguerrite.

Quest’anno, la Tim Cup, è un piccolo scudetto. A eccezione della cenerentola Palermo, in gioco ci sono l’Inter e la Roma, che rinverdiranno un classico, e anche lo snob Milan, colui che negli anni precedenti ha sempre parlato male della competizione, schierando squadre non sempre all’altezza dell’avversario, che vuole portare il trofeo in via Turati. Perdere per i rossoneri era un sollievo, lo sgravarsi di un peso. Ora è tutto diverso: nessuno vuole dire di no a questa ‘Coppetta’, motivo per il quale le cinque sfide che ci appresteremo a vivere saranno dure e crude. Nessuno vorrà cedere. L’Inter non lo deve fare. Questa coppa vale tanto, specie se in finale ci saranno i cugini, probabili scudettati, il prossimo 29 maggio.

I due derby persi nessuno li ha dimenticati, anche lo stesso Leonardo, che vuole vincere almeno un trofeo, e seguire la scia iniziata da Mancini, proseguita da Mourinho e dallo sfortunato Benitez. Questi tre, chi più chi meno, chi in maniera prestigiosa o meno, hanno regalato almeno una vittoria titolata, alla bacheca nerazzurra.
 

Sezione: In Primo Piano / Data: Dom 17 aprile 2011 alle 17:02
Autore: Alberto Casavecchia
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