Riepilogo delle puntate precedenti. Per chi si fosse perso qualche passaggio, ecco un rapido excursus della vicenda Carlos Tevez, l'attaccante che tutti vogliono, ma che rischia seriamente di restare altri 6 mesi a giocare a golf.

LA ROTTURA COL MANCIO. Dopo un anno vissuto da assoluto protagonista con il Manchester City, che da vero capitano si carica sulle spalle e a suon di gol porta in Champions League, Carlitos cade in disgrazia. La stagione parte in ritardo per via della Coppa America (terminata anzitempo ai rigori contro l'Uruguay) e l'Apache è clamorosamente fuori forma. I Citizens chiedono 40 milioni per lui: Inter e Corinthians si rincorrono, senza mai arrivare al traguardo. Il rapporto con Roberto Mancini, mai idilliaco, si trasforma in un duello rusticano fino alla serata dell'Allianz Arena, dove giunge la rottura insanabile quando il numero 32 non entra in campo sul 2-0 per il Bayern Monaco.

ACQUIRENTI PER L'APACHE. Da qui in avanti, lo sceicco Mansour appoggia le decisioni del tecnico italiano, che prima lo spedisce fuori squadra, e poi decide di metterlo una volta per tutte sul mercato. In fondo, il City va già benissimo così, con Aguero, Dzeko e Balotelli attorniati dai vari David Silva, Milner, Nasri e Adam Johnson. Insomma, di un piantagrane proprio non ce n'è bisogno. Lui vuole andare? Che se ne vada, rispondono i Citizens, ma alle nostre condizioni. Condizioni che non collimano con il flusso di mercato attuale, pieno di scambi e prestiti. E le squadre che potrebbero permetterselo, non lo cercano, anche perché non può giocare l'attuale Champions.

IL MILAN E LE SPACCONATE. Il dramma Cassano apre una crepa nell'attacco di Allegri, e così a Galliani balena l'idea di andare a prendere quel Carlitos scontento. La chiamata verso l'agente Joorabchian parte immediata e l'accordo viene trovato quasi con naturalezza. Resta da trovare quello con il City, si dirà con ingenua facilità: Mansour non ci sente quando si parla di prestito e le spacconate mediatiche del duo Kia-Adriano non fanno altro che irrigidire ancor di più la posizione dello sceicco. Il Milan trova la chiave: via Pato, dentro Carlitos. Sembra fatta, City accontentato dalla nuova offerta, ma il Papero dice no al Paris SG del suo mentore Leonardo e allora arriva la clamorosa marcia indietro del geometra, che riceve una telefonata dai piani alti proprio al momento di ratificare l'accordo.

INTER, POLE-POSITION PER CASO. L'Inter, d'un tratto, si ritrova in pole-position per l'argentino. Più per inerzia che per volontà. Ma la proposta pervenuta via mail a Marwood non soddisfa e allora Moratti si ferma. Una frenata dettata anche dalla vena ritrovata di Milito e Pazzini, e dal derby vinto: in fondo, Tevez ha già bloccato una casa a Milano e con il Milan fuori causa, il City dovrà abbassare le pretese economiche se non vorrà continuare a pagare un giocatore di golf.

NO A LEONARDO. In questo contesto, s'inserisce Leonardo, forte dei milioni del proprio sceicco, ma debole in fatto di appeal e stimoli sportivi. Tevez, di giocare in Ligue1, proprio non ne vuole sapere. Anzi, preferirebbe farsi altri 6 mesi sul green piuttosto che diventare il re di un campionato ancora minore se paragonato ai top europei. Leo ci resta male, così come Ancelotti, che in poco tempo si è visto chiudere la porta in faccia da Beckham, Pato e Carlos. Non un bell'inizio di avventura parigina.

E SE SARA' ANCORA CITY? Roberto Mancini lo esclude a priori: “Carlo partirà al 100 per 100”. Ma chi può esserne così sicuro? Branca rilancia a parole, Allegri non si espone, Joorabchian accontenta tutti e nessuno. Tevez, in questo scenario, sembra messo in mezzo a giochi diplomatici, di politica calcistica, ricatti più o meno evidenti e accordi sottobanco. Di calcio, manco a parlarne. Lui non disdegnerebbe un ritorno al Boca Juniors, club che lo lanciò quasi dieci anni fa nel calcio dei grandi. Il dato certo è che l'unico rifiuto del giocatore sia arrivato per il Psg, mentre l'Inter non l'ha mai rifiutata. Anzi. E ad Appiano c'è chi lo accoglierebbe a braccia aperte. Al di là delle speculazioni, infatti, il gruppo degli argentini, con Zanetti in testa, ha un ottimo rapporto con Carlitos e tutti conoscono il reale valore del giocatore. Però bisogna fare i conti con il portafoglio e quello di Moratti, come quello di tutti gli italiani, è un po' meno gonfio di qualche anno fa. “Se le cifre torneranno ragionevoli, magari faremo un'altra offerta”, ha chiarito il numero uno di Palazzo Saras. Se invece non torneranno mai ragionevoli, è più che probabile che Tevez resti un giocatore del City, seppur di golf.

Sezione: In Primo Piano / Data: Dom 22 gennaio 2012 alle 12:00
Autore: Alessandro Cavasinni
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