Oramai non è un mistero. Massimo Moratti sta preparando la strada alla successione del figlio maggiore, ovvero Angelomario, già vicepresidente dell’Inter, nonché membro del consiglio d‘amministrazione del club e presidente del consiglio d‘amministrazione della Saras. Mao (suo soprannome), vicepresidente dal febbraio scorso, colui che portò la Champions League appena conquistata all’alba a San Siro, è la scelta di Massimo Moratti come futuro presidente dell’Inter, un’Inter che sarebbe sempre e solo nel segno della famiglia milanese, giacchè con il 37enne Angelomario al comando, ci sarebbe una terza generazione di Moratti a capo della società. Non è dunque un mistero che Moratti padre stia accelerando questa promozione: ieri, nell’intervista a Sky, ha detto: “Credo che i giovani abbiano più l’idea di quello che sta succedendo e di quello che può succedere. Hanno speranze diverse e progetti diversi che sembrano sempre non adatti a chi ha esperienza e crede di capire già come va a finire. Invece, credo che in qualsiasi società e azienda sia necessario avere questo tipo di atteggiamento., che è un rischio ma che consente di crescere”. Parole dunque importanti quelle del presidente, che sembra promuovere il figlio all’importante incarico, che comunque non sarà in tempi brevissimi.
EREDITA' NOTEVOLE - Amministrare un patrimonio come quello dell’Inter, un’Inter vincente e al top del mondo calcistico, non è certo facile. Angelomario, all’apparenza un personaggio molto mite e disponibile, è invece una persona di carattere che sa ben gestire risorse umane e finanziarie. Il giovane Moratti sta infatti imparando il 'mestiere' passo dopo passo, avvalendosi dei consigli che gli uomini di società più ‘anziani’ gli forniscono. Essere presidente è già di per sé una grandissima responsabilità, figuriamoci se poi la squadra è l’Inter e soprattutto il tuo cognome è Moratti, un cognome che porta con sé un’eredità notevole, fatta di gloria e di successi nazionali e internazionali.
A CONTATTO CON I GIOCATORI - Ed ecco che Mao non vuole giungere impreparato alla successione. Lo si vede sempre di più alla Pinetina, dove si intrattiene con l’amico Leonardo (per il quale avrà messo certamente una buona parola) e con la squadra che per lui nutre molta simpatia. Angelomario parla infatti la lingua dei giocatori, vive a contatto con loro, ne conosce il valore umano e la personalità. Un vantaggio che lo rende 'diverso' rispetto alle altre cariche massime delle società di calcio, che demandano tutto ai dirigenti e sembrano personaggi irraggiungibili o semplici finanziatori del mercato. La prossima successione in seno ai vertici nerazzurri è in linea con la tendenza del momento, in cui i presidenti sono sempre più giovani e, solitamente, eredi di chi ha rappresentato il club fino al passaggio di testimone: Rosella Sensi e Andrea Agnelli sono due esempi lapalissiani della realtà attuale. Angelomario sarà probabilmente il prossimo a sedere sulla poltrona che fu del padre o di un parente strettissimo,non a caso il padre Massimo sta già posizionando i primi mattoni della nuova 'casa'.
OPERAZIONE CUSCINO - La strategia di mercato nerazzurra delle ultime stagioni, concentrata sull'arrivo di grandi giocatori ma con un occhio sempre indirizzato ai più giovani, conferma la volontà del presidente di ringiovanire la rosa, così come accadrà anche al vertice societario. Moratti senior vuole lasciare al figlio una squadra con un futuro davanti, composta da giovani talenti in grado di fare la differenza da subito, nonostante l'età. Ora inizia il loro processo di maturazione, che in occasione della successione presidenziale sarà completo e garantirà ad Angelomario un prezioso 'cuscino', senza obbligarlo a grossi interventi o decisioni delicate per rinforzare l'Inter. Moratti junior sarà alla guida di un gruppo giovane, nella speranza che le aspettative di oggi (relative ai vari Ranocchia, Santon, Biabiany, Obi e i tanti giovani della Primavera di Fulvio Pea) siano confermate tra qualche anno. Non solo: il presidente sta lavorando seriamente, a costo di essere impopolare agli occhi dei tifosi, per affidare al figlio una società sana, senza debiti, base necessaria per iniziare il nuovo corso. Non è dunque l'imposizione della Uefa l'unico motivo del Financial Fair Play nerazzurro, necessario in vista della terza generazione 'morattiana'.
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