In estate i rumour di mercato lo avevano già vestito di bianconero, oggi è uno dei leader indiscussi dell’Inter dominatrice del campionato. Quando manca, non a caso, la squadra e il suo equilibrio ne risentono. Dejan Stankovic, in sei mesi, si è preso la madre di tutte le rivincite nei confronti di chi lo considerava ormai fuori dai giochi nerazzurri, rimasto a Milano solo perché Lampard ha giocato per tutta l’estate con Inter e Chelsea per farsi aumentare lo stipendio. Per un mese intero i forum nerazzurri e bianconeri hanno parlato solo di lui e del suo possibile trasferimento alla Juventus. La società di Torino spingeva per regalarlo a Ranieri, la tifoseria andava dalla parte opposta: “Non vogliamo interisti”, questo il messaggio lanciato senza troppi fronzoli dai supporter juventini.

La notizia ufficiale da via Durini parla di una conferma mai messa in discussione per il serbo, ma la realtà è diversa: Stankovic è stato davvero a un passo dal vestire i colori bianconeri, pur desiderando fortemente rimanere all’Inter. La paura di non rientrare nei piani di Mourinho, però, lo induceva a pensare ad alternative per la sua carriera. Oggi ricordare quei giorni fa quasi sorridere. Deki, da ex nerazzurro, è diventato uomo chiave del centrocampo di Mou, altro che Lampard. Le sue prestazioni lo hanno reso partita dopo partita insostituibile, come lo stesso allenatore portoghese ha più volte dichiarato. Il gol nel derby è solo l’apice di questa splendida stagione, all’altezza delle precedenti sotto la guida di Mancini (lieve flessione nella seconda parte dello scorso campionato, ma con lui tutta la squadra è calata visibilmente).

Il Drago sta bene, corre per due e mostra la solita tecnica invidiabile che lo ha contraddistinto da quando, a 19 anni, si è trasferito alla Lazio. I tifosi lo adorano, lo applaudono di continuo e non osano neanche pensare all’ipotesi di vederlo con un’altra (odiata) maglia. Stankovic è il cuore di questa Inter, è legatissimo ai colori nerazzurri e dà tutto quello che può ogni volta che li indossa. Un uomo squadra, di quelli che piacciono a Mourinho. Non è un caso che oggi Lampard faccia parte di un lontanissimo passato.

Sezione: In Primo Piano / Data: Mer 18 febbraio 2009 alle 14:18
Autore: Fabio Costantino
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