Il tanto desiderato approdo al Barcellona il Zlatan Ibrahimovic, un affare messo nero su bianco nello spazio di poche ore, altro non è stato che il coronamento di un inseguimento che il club catalano pare abbia protratto per circa due anni. Emerge infatti dalle pagine del quotidiano spagnolo "Sport", da sempre attento alle vicende dei blaugrana, una serie di retroscena sul feeling tra il club e l'ex attaccante dell'Inter. Una storia che risale addirittura alla stagione 2007-2008, quando Moratti e Laporta si incontrarono in maniera pressoché fortuita, per intavolare un programma di scambi a lungo termine. Fu li che il patron catalano azzardò per la prima volta il nome dello svedese, ma all'epoca Moratti si oppose fermamente.

Ci fu però chi a quel no non si arrese e anzi incominciò a lavorare su questo possibile affare: Mino Raiola, l'agente di Ibrahimovic, che ridesta l'interesse del Barça, cui dichiara che il suo assistito ha tanta voglia di giocare in Catalogna. L'approdo di Maxwell, altro giocatore della scuderia Raiola, funge da "esca" per intavolare il grande affare: l'Inter, nella cena ormai diventata celebre del 4 giugno, chiede in cambio Samuel Eto'o. Laporta ci pensa un po', poi, considerando ormai sfumate le piste che portavano a Villa e Forlan, accetta. A condizione, però, di parlare esclusivamente con Moratti, tagliando di fatto fuori il dt nerazzurro Marco Branca. Ottiene il colloquio privato, anche se all'inizio l'Inter spara alto, prima di acconsentire all'offerta da 46 milioni più Eto'o e il prestito di Hleb. Contattato Eto'o, che esprime il suo assenso, l'affare è fatto. Lo scambio si chiude, per la gioia di tutte le parti in ballo.

Sezione: In Primo Piano / Data: Sab 01 agosto 2009 alle 20:15 / Fonte: Sport
Autore: Christian Liotta
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