Ammette di avere la pelle d'oca, Diego Godin, alla parola Atletico. "Quando sono andato a Madrid la gente ha continuato a chiedermi foto come se stessi ancora giocando, mi dicono che gli manco... Per me questo non ha prezzo" racconta al Mundo Deportivo nella lunga intervista durante la quale ha ampiamente parlato del suo Atleti, che tra qualche giorno incontrerà l'Inter, altro pezzo del suo passato, per il ritorno degli ottavi di Champions League. "La squadra che mi ha segnato di più è l'Atlético Madrid - ha ammesso l'uruguagio -. Come giocatore, come persona, ho vissuto nove anni spettacolari. L’Atleti è e sarà la mia passione e nutrirò sempre affetto".

Come vedi la squadra in questa stagione?
"Con alti e bassi. È iniziata molto bene, con una rosa molto equilibrata, ma la realtà di oggi dimostra che è irregolare. L'eliminazione dalla Coppa ha colpito duramente, innanzitutto perché da tifoso pensavo che questa potesse essere la Coppa dopo aver escluso Madrid e Siviglia e fa più male per come siamo caduti. È un duro colpo per tutti. L'Atletico è passato meritatamente, ma il modo in cui è caduto fa e fa male. Adesso può andare bene in Champions oppure essere dura e difficile".

Eri anche dell'Atlético Madrid e il tuo contratto non è stato rinnovato...
"Beh... non ho raggiunto l'accordo per il rinnovo, lo sanno tutti. Ci sono delle verità e io ho la mia, so com'è andata, ma non ci guadagno niente a dire quello che è successo. Non abbiamo raggiunto un accordo e non è stato per questioni economiche. Tutti cerchiamo di migliorare, di essere all'altezza di quello che ci diamo con la squadra, ma il mio non è stato economico, tutt'altro. Mi faccio guidare dai segnali e ho pensato che fosse giunto il momento di salutarci e cercare un'altra strada. Ho detto 'basta, sono arrivato fin qui' e ho deciso di andarmene, questo è quello che ho sentito in quel momento. Mi sarebbe piaciuto giocare tutta la vita all'Atleti e ritirarmi all'Atleti sarebbe stata una favola. Per questo dico a Koke di fare tutto il possibile da parte sua per non andarsene, per restare, è casa sua, il suo posto. Pochissimi nascono e finiscono la carriera in una squadra e nella sua squadra. Ma ci sono due parti, non dipende solo dal giocatore. E quelle due parti devono essere d'accordo".

Dall'Atlético è passato all'Inter e mercoledì si incontreranno in Champions League. Come lo vedi?
"La vedo incasinata, non sarà facile. Io lo metto al 50% perché anche se l'Inter ha vinto 1-0, c'è il fattore casa. L'Inter è una grande squadra, è forte nel suo stadio. Ha i migliori numeri difensivi d'Europa, il che dimostra la sua solidità. Giocano insieme da anni, con lo stesso sistema. Da quando sono arrivato, quando c’era Conte, fanno lo stesso gioco. Hanno giocatori decisivi e lo hanno dimostrato all'andata. L'Atletico Madrid, anche se non è al meglio, è in Champions League e già questo dà energia. Sono partite speciali, la gente darà il massimo, l'atmosfera sarà una pentola a pressione, ci sarà carica ed energia e ogni partita sarà vissuta come l'ultima. Il Metropolitano e la motivazione saranno al massimo. Se la squadra ne approfitta, esce per attaccarli, pressa, ruba palla nel campo avversario e non lascia sereni gli avversari, tagliando loro i circuiti di gioco... Penso che segneranno velocemente. Se non riusciremo a fare questo sarà dura perché l'Inter è una grande squadra ed è molto difficile fare gol".

E hanno Lautaro...
"Quanto sia cresciuto quel ragazzo è impressionante. Mi ha ricordato Luis Suárez. Gli ho detto 'Lauti, quando ho iniziato con Luis era simile nell'uso del corpo', e oggi domina la squadra, è il capitano e quello che fa la differenza. Ha sempre più risorse per definire e segnare gol e fa anche giocare bene l’Inter".

Devo chiederti per chi tifi?
"No, no, non è necessario. Anche se ho giocato nell'Inter, dove sono stati molto buoni con me e li amo, l'Atleti è al di sopra di tutti. Spero che l'Atleti passi".

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Sezione: In Primo Piano / Data: Lun 11 marzo 2024 alle 17:37
Autore: Egle Patanè / Twitter: @eglevicious23
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