"Sto davvero bene, grazie". Comincia con questa frase significativa la prima intervista di Christian Eriksen da neo giocatore del Brentford. "Sono finito in una situazione in cui ero senza club, ovviamente - dice il danese riferendosi alla risoluzione del contratto con l'Inter -. Ho dovuto fare molti test per arrivare dove sono oggi, per ottenere l'ok dei medici per giocare senza rischi. Ho parlato con Thomas (Frank, il manager delle Bees ndr), ho avuto una buona sensazione; poi Londra, per la mia famiglia, è un buon posto dove stare. Il Brentford gioca in Premier League, per i prossimi quattro o cinque mesi posso salire di livello e mostrare chi sono come giocatore di calcio. Penso che questo club fosse l'opzione migliore per me e fortunatamente hanno accettato. È un mix perfetto".
A proposito dei colloqui avuti con l'allenatore, il centrocampista spiega: "E' stato abbastanza chiaro all'inizio, prima di tutto mi faceva molte domande per chiedere come mi sentissi, quali erano i miei pensieri nel tornare a giocare a calcio. È stata una buona telefonata e da lì è decollato tutto. Ho detto sì, dovremmo tenerci in contatto, vedere cosa succede. Sono stato al campo di allenamento, ho visto com'è tutto e come sono le persone. È un bel posto dove stare, è un buon inizio".
Il percorso per arrivare a questo punto è stato lungo dopo quel maledetto 12 giugno: "Ho dovuto essere paziente, ma mi sono fidato del mio allenatore e del mio medico e ho seguito il piano che avevano fatto per me: questo mi ha messo a mio agio e rilassato nell'ottica di tornare alla normalità. Sono stato fortunato a non aver subito infortuni. Stare senza calcio per sei o sette mesi è un tempo molto lungo. È stato molto difficile. Dovevo solo guarire e non fare nulla, poi ho iniziato il programma di riabilitazione. Quindi mi sono ritrovato su un campo da calcio, ho toccato il pallone, annusato l'erba, e tutto inizia a tornare. Ora devo ritrovare il tocco, riprendere velocità. Vedremo come reagirà il mio corpo ma mi sento molto bene".
Eriksen, infine, ha spiegato che se è vero che il malore che l'ha colpito la scorsa estate è un evento che vivrà sempre con lui, ora vuole essere ricordato di nuovo per il suo football: "Questo è il mio obiettivo. Mi è stato dato il via libera dai medici: posso essere il calciatore Christian. Lo porterò sempre con me e tutti avranno il ricordo di quello che è successo, ma penso che ora sia il momento di creare nuovi ricordi. Sono entusiasta di dimostrarlo anche con il defibrillatore, se hai avuto un arresto cardiaco, se fai i test e va bene, puoi giocare di nuovo".
A proposito dei colloqui avuti con l'allenatore, il centrocampista spiega: "E' stato abbastanza chiaro all'inizio, prima di tutto mi faceva molte domande per chiedere come mi sentissi, quali erano i miei pensieri nel tornare a giocare a calcio. È stata una buona telefonata e da lì è decollato tutto. Ho detto sì, dovremmo tenerci in contatto, vedere cosa succede. Sono stato al campo di allenamento, ho visto com'è tutto e come sono le persone. È un bel posto dove stare, è un buon inizio".
Il percorso per arrivare a questo punto è stato lungo dopo quel maledetto 12 giugno: "Ho dovuto essere paziente, ma mi sono fidato del mio allenatore e del mio medico e ho seguito il piano che avevano fatto per me: questo mi ha messo a mio agio e rilassato nell'ottica di tornare alla normalità. Sono stato fortunato a non aver subito infortuni. Stare senza calcio per sei o sette mesi è un tempo molto lungo. È stato molto difficile. Dovevo solo guarire e non fare nulla, poi ho iniziato il programma di riabilitazione. Quindi mi sono ritrovato su un campo da calcio, ho toccato il pallone, annusato l'erba, e tutto inizia a tornare. Ora devo ritrovare il tocco, riprendere velocità. Vedremo come reagirà il mio corpo ma mi sento molto bene".
Eriksen, infine, ha spiegato che se è vero che il malore che l'ha colpito la scorsa estate è un evento che vivrà sempre con lui, ora vuole essere ricordato di nuovo per il suo football: "Questo è il mio obiettivo. Mi è stato dato il via libera dai medici: posso essere il calciatore Christian. Lo porterò sempre con me e tutti avranno il ricordo di quello che è successo, ma penso che ora sia il momento di creare nuovi ricordi. Sono entusiasta di dimostrarlo anche con il defibrillatore, se hai avuto un arresto cardiaco, se fai i test e va bene, puoi giocare di nuovo".
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