Il suo compito non sarà dei più agevoli: sostituire, negli schemi tattici ma anche nel cuore dei tifosi, un giocatore che nel bene e nel male ha saputo lasciare il segno come Zlatan Ibrahimovic. Ma le chiavi dell'attacco dell'Inter non sono state affidate a uno qualunque, bensì ad un autentico fuoriclasse, un giocatore capace di mettere a segno ben 242 reti in meno di 400 partite giocate, tra gare di club e incontri con la sua Nazionale. Dopo una carriera vissuta interamente in Spagna, ora è l'Italia la nuova sfida di Samuel Eto'o Fils, 28enne attaccante proveniente dal Barcellona, una delle stelle del firmamento calcistico africano ed internazionale. Tre volte giocatore dell'anno nel suo continente, una volta terzo nella classifica del Fifa World Player, arriva all'Inter dopo la stagione meravigliosa vissuta col Barça, nella quale è stato uno dei principali protagonisti del "triplete" firmato dagli uomini di Guardiola.
E dire che la sua avventura europea iniziò, giovanissimo, nelle fila del...Real Madrid. Furono infatti le "merengues" a prelevarlo all'età di 15 anni dal Kadji Sports Club. Era il 1996: la sua esperienza madridista, però, durò pochissimo: solo tre partite giocate con la camiseta blanca, dopo un anno in prestito al Leganes. Nel 1999, lascia il Real per approdare al Maiorca. E' nella squadra delle Baleari che Eto'o comincia a guadagnare credito tra gli addetti ai lavori: il capolavoro lo compie nel 2003, quando con una doppietta suggella il trionfo in Copa del Rey a spese del Recreativo Huelva. Sono anni importanti, questi, per il Maiorca, che arriva anche in Champions League. Qui Eto'o giocherà 133 partite segnando 54 reti, fino al 2004, anno in cui passa al Barcellona.
Con la maglia azulgrana disputa un ottimo primo anno, nel quale il solo Diego Forlan riesce a segnare più gol di lui nella Liga: si consolerà con la conquista del campionato da parte della squadra allenata all'epoca da Rijkaard. La doppietta personale Eto'o la centrerà l'anno successivo: Barcellona ancora campione, lui "Pichichi" con 36 reti. Il 2006 però sarà anche l'anno della sua prima Champions League: è una sua rete ad aprire i giochi nella sfida con l'Arsenal che i "culé" vinceranno per 2-0 al Saint Denis di Parigi. Qualche tempo prima, però, arrivò un episodio spiacevole: fu infatti vittima di continui insulti razzisti da parte di alcuni tifosi del Saragozza, evento che lo ha portato addirittura all'intenzione di lasciare il campo.
E sempre nel 2006, in settembre, durante la gara contro il Werder Brema di Champions subisce la rottura del menisco sinistro: 5 mesi di stop. Nuovo infortunio nel 2007 durante il trofeo Gamper, poi una lenta ripresa. Nel 2008, alla guida del Barça arriva Pep Guardiola. Che inserisce subito Eto'o nella lista dei partenti: si fece avanti per lui un club dell'Uzbekistan, il Budyonkor, che gli offrì 40 milioni di ingaggio per un anno solo. Alla fine, però il camerunense rimane in blaugrana, per fortuna sua e del suo club: Eto'o è infatti uno dei trascinatori della squadra verso il tris di trofei composto da Liga, Copa del Rey e Champions League, dove ancora una volta il primo dei due gol decisivi nella finale di Roma col Manchester United porta la sua firma. Tutto questo nonostante i rapporti con Guardiola rimangano sempre tesi, un gelo che culmina in questi ultimi giorni, con l'allenatore che scarica pubblicamente il giocatore. Da lì, gli eventi ben noti, con il Barcellona che torna a farsi vivo per Ibrahimovic offrendo come contropartita Eto'o: trattativa intensa e sfiancante, conclusasi felicemente, si può dire per entrambe le parti, proprio in queste ore.
L'Inter accoglie tra le sue fila un giocatore importante, che ha saputo mietere successi a ripetizione a livello di club e di nazionale (col Camerun ha conquistato due Coppe d'Africa e l'oro alle Olimpiadi di Sydney nel 2000). Un giocatore che possiede una velocità incredibile, applicata nella corsa come nei suoi movimenti secchi e repentini a sorprendere gli avversari, e che soprattutto sa assumersi le responsabilità giuste trascinando la propria squadra nei momenti che contano. Un campione noto anche per la forte personalità, in campo e fuori, sfociata l'anno scorso nello spiacevole episodio di una testata a un giornalista che lo aveva criticato (ma poi Eto'o si fece carico delle spese mediche). Di certo, uno che saprà fare divertire e gioire i tifosi nerazzurri, e che probabilmente saprà dare quel qualcosa in più in termini di competitività ai nerazzurri. A te la palla, ora, caro Samuel!
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