Esteban Cambiasso a 360°, dal futuro dell'Inter al presente del suo Paese, l'Argentina. In una intervista rilasciata al settimanale della Gazzetta dello Sport SportWeek, il Cuchu, che ha celebrato la promozione del fratello Nicolas nella Serie A argentina con gli All Boys, ha parlato un po' di tutto, partendo da quello che sarà il suo prossimo allenatore, Rafael Benitez: "L'ho incontrato otto volte in Spagna, abbiamo vinto uno scudetto a testa, l'ultima sfida incrociata in Champions l'ha vinta lui. Ha fatto bene ovunque, di certo è uno dei più grandi d'Europa, come Mourinho". A proposito di Mou, cosa ha lasciato all'Inter il portoghese? "Con lui abbiamo chiuso un ciclo storico, ma è esagerato dire che lui ci abbia dato maggiore convinzione o motivazione, quelle ce le avevamo già. Lui ci ha aiutati a fare un salto di qualità, aggiungendo una Champions al 'solito'". Per Moratti Cambiasso potrebbe essere il futuro capitano dell'Inter; lui ringrazia ma glissa, perché "smetterò prima di Zanetti, la fascia resta a lui. Ogni anno si sente meglio, perché dovrebbe mollare?".

Cambiasso, nel corso dell'intervista, parla anche della situazione del calcio nel suo Paese, l'Argentina, alle prese con un periodo abbastanza travagliato, con molti giocatori che vanno via sempre più giovani: "Prima c'era minore visibilità, si vendevano giocatori a 23-24 anni perché gli scout non li conoscevano bene. Ora c'è Internet, la tv, la globalizzazione che spingono a comprare sempre più giovani; gli osservatori seguono anche tornei con ragazzi di 16-17 anni e per la B locale. Poi i club non appartengono a singole persone, ma ad azionariato popolare. Si possono fare debiti e lasciarli in eredità; in questo modo i club esplodono". Panoramica che si espande anche alla situazione socio-politica del Paese: "Ci vorrebbe un cambio nell'educazione, è un discorso che richiede anni e generazioni; per migliorare la società bisogna puntare su temi come sicurezza e salute, ma dando più risorse alle scuole bisogna avere pazienza e la politica non ne ha". Cambiasso, per metà di sangue italiano (ha origini genovesi), da sei anni in Italia, spiega infine cosa gli piace e cosa cambierebbe del nostro Paese: "Siamo popoli simili, due terzi degli argentini hanno origini italiane. Qui mi trovo bene, quello che a volte manca è l'organizzazione, in questo vi sento molto argentini. Lo posso dire perché è un difetto anche nostro".

Sezione: In Primo Piano / Data: Sab 17 luglio 2010 alle 11:38 / Fonte: SportWeek
Autore: Christian Liotta
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