Hernan Crespo saluta l’Italia. Come annunciato con gli occhi lucidi in conferenza stampa a Parma, il Valdanito ha deciso di lasciare il calcio italiano dopo 16 anni di carriera. Un autentico fenomeno indimenticato anche dal popolo dell'Inter, uno che ha fatto gioire la Curva Nord e tutti i tifosi nerazzurri perché in campo ci metteva l'anima. Sempre. E a Panorama ha raccontato le sue mille emozioni. Cosa ha dato l'Italia ad Hernan Crespo? "Prima di tutto mia moglie e i miei figli, direi che ho già detto tutto. Quando vivevo in Argentina non avrei mai pensato che sarei diventato italiano, nello stile, nel modo di mangiare e vestire. L’Italia e il mio paese d’origine sono simili per tanti fattori, ma molto diversi in altri. Le radici non cambiano ma ormai l’Italia è dentro di me".

Il futuro pare essere in India: "Si è vero, ho ricevuto un’offerta dalla Federazione indiana per giocare due mesi nel loro campionato e prestare la mia immagine alla crescita del calcio indiano. Il progetto tecnico non è legato alla competitività di un campionato professionistico ma il fascino di un’esperienza del genere mi incuriosisce non poco. Ancora non ho deciso nulla, mi sono arrivate anche offerte dal Qatar, dagli Usa e dalla Cina. Valuterò tutto con calma perchè il mio obiettivo principale è ancora quello di divertirmi. Potrei ancora giocare ad alti livelli perchè le offerte non mancano ma ho promesso alla gente di Parma che avrei chiuso la mia carriera in Italia con questa maglia e così sarà". Cosa farà Crespo dopo il calcio? "Sicuramente resterò nell’ambiente. Prenderò il patentino da allenatore, poi si vedrà. Ancora è presto per decidere, mi sento ancora un calciatore. Quel che è certo è che dopo trent’anni sul campo non posso e non voglio abbandonare questo gioco e questo sport, il calcio è la mia vita".

Quel ricordo con l'Inter e Massimo Moratti, tra i più belli: "Al primo posto c’è sicuramente la vittoria della Libertadores con il River a 20 anni. Io sono cresciuto lì, ho fatto la trafila delle giovanili e appena arrivato in prima squadra abbiamo vinto tutto. Ho segnato una doppietta nella finale della Libertadores giocata a Buenos Aires, un momento storico che non si può descrivere. Per fare un esempio è come se Totti avesse vinto la Champions League a 20 anni con la Roma, a Roma, segnando una doppietta in finale. Poi c’è il primo scudetto dell’Inter, festeggiato sul campo con il presidente Moratti. Indimenticabile".

Il gol più bello che ha segnato? "A questa domanda non devo rispondere io ma i tifosi. Ne ho fatti tanti, ognuno con un valore diverso. Posso dire di aver segnato in tutte le competizioni alle quali ho partecipato, dalla Serie A alla coppa America passando per la finale di Champions League e quella della Libertadores, dalla coppa Italia alla FA Cup". Eppure Crespo ha vinto tutto tranne un trofeo importante con la Nazionale argentina, rimpianti? "I rimpianti si hanno quando ti aspetti qualcosa e non lo ottieni. Per me è stato un grande onore vestire la maglia della Nazionale e diventare il secondo cannoniere di sempre della sua storia. Il resto sono situazioni, episodi fatti di fortune e sfortune. Siamo arrivati in finale di coppa America, in finale delle Olimpiadi. Nel 2006 abbiamo subito il gol di Klose nel finale altrimenti ci saremmo giocati la partita contro l’Italia e chissà come sarebbe andata…".

Hernan tornerà in Italia, a Parma? "Io non tornerò a Parma, io resto a Parma. Qui c’è la mia casa, la mia vita e la mia gente. Naturalmente mi concederò qualche giro, per salutare i vecchi compagni e curiosare nel mondo del calcio. Ma alla fine tornerò sempre a casa".

Sezione: In Primo Piano / Data: Sab 04 febbraio 2012 alle 20:00
Autore: Fabrizio Romano
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