Amantino Mancini solo due estati fa era uno dei fiori all'occhiello della campagna acquisti nerazzurra, strappato alla Roma dopo una lunga trattativa e un assegno da 13 milioni di euro più 1,5 milioni in base alle prestazioni. Operazione avviata dalla società nerazzurra quando sulla panchina sedeva ufficialmente ancora Roberto Mancini, che aveva chiesto il suo omonimo per migliorare il gioco sulle fasce della sua Inter. Senza sapere che di lì a poco Mourinho lo avrebbe sostituito. Il portoghese, trovatosi in squadra l'ex giallorosso, lo ha subito impiegato come punta esterna del suo 4-3-3 (primo e unico gol il 16 settembre in Champions ad Atene nel 2-0 al Panathinaikos), prima di arrendersi all'evidenza di un modulo che non produceva risultati. Nel 4-4-2 a rombo che ha poi portato lo Special One a conquistare il suo primo scudetto italiano, ormai non c'era più posto per Diamantino, utilizzato con il contagocce. Neanche la stagione successiva, all'inizio della quale l'esterno sembrava convinto di potersi guadagnare la fiducia del tecnico portoghese, è stata positiva: appena 7 presenze e a gennaio la cessione in prestito al Milan.

Operazione che sembrava poter dare una svolta alla carriera di Mancini, che però neanche in rossonero è riuscito a fare la differenza come ai tempi della Roma: 7 presenze, zero gol e naufragio anche per lui nella stagione deludente della squadra allenata da Leonardo. Il Milan, lo scorso 23 giugno, non ha riscattato (contrariamente a come stabilito dagli accordi tra i due club) il calciatore, che il 1° agosto compirà 30 anni. Un gesto poco gradito in casa inter, dove c'era la certezza di non doversi più preoccupare di Mancini; invece oggi tutto è tornato come prima e i nerazzurri stanno cercando una soluzione, che a quanto pare sarà un rinnovo del prestito con i 'cugini'. Al di là del mancato rispetto del gentlemen agreement da parte del Milan (pare che Berlusconi avesse osteggiato ssin dall'inizio questo acquisto), quello che più sorprende è che sarà l'Inter a pagare due terzi dell'ingaggio del giocatore (circa 3,5 milioni a stagione), pur di non essere costretta a riprenderselo. Situazione quasi paradossale: non bastava il regalo dello scorso gennaio (molti allora temevano in una rinascita 'milanista' del brasiliano), adesso la società di Corso Vittorio Emanuele è obbligata a finanziare gran parte dello stipendio di un giocatore che in teoria rinforza un avversario nella corsa allo scudetto.

La speranza è che alla fine il Milan, non avendo riscattato Mancini come promesso, almeno abbia la sensibilità di pagarne l'ingaggio considerando che sarà un suo giocatore anche la prossima stagione. Il che, a quanto pare, non fa la gioia del nuovo tecnico Massimiliano Allegri: nel suo 4-3-1-2 non c'è infatti posto per un esterno di centrocampo o per un'ala offensiva. Oggi l'ex Roma rischia di rivivere l'incubo della prima stagione in nerazzurro, oltre quello di essere considerato un peso che nessuno vorrebbe. Eppure, se l'Inter gli cercasse una sistemazione alternaativa (magari all'estero), non mancherebbero certo club disposti a fare un investimento su di lui. Lo scoglio però è l'ingaggio, troppo alto per una società che ha budget limitati per la voce stipendi. Ad ogni modo, in direzione del rinnovo del prestito, stando a quanto riporta l’odierno Corriere dello Sport il Milan e l’Inter si incontreranno lunedì, al massimo martedì, per discuterne i dettagli. Nell’affare tra le due milanesi rientreranno anche alcuni giocatori Primavera per ambo le parti.

Sezione: In Primo Piano / Data: Sab 10 luglio 2010 alle 12:20 / Fonte: FcInterNews.it
Autore: Fabio Costantino
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