L'amarezza per la rottura del tendine d'Achille è alle spalle. Ora, l'obiettivo è tornare in campo il prima possibile. Javier Zanetti, così, si concede ai microfoni del quotidiano cileno La Tercera. Tanti i temi trattati, dall'infortunio al ritiro in campo, passando per il futuro e i campioni d'Italia della Juventus: "Il mio obiettivo è quello di tornare più forte di prima - afferma Pupi - Io ci credo, devo soltanto cambiare le gomme dopo tanti chilometri percorsi. Un infortunio può capitare, fa parte del mestiere. Questo tempo mi servirà per stare con la mia famiglia. E' la prima volta che mi accade una lesione del genere, ma la prendo come una lunga pausa. Ho la testa focalizzata al recupero". 

Cosa fa più male? L'infortunio o il momento in cui è arrivato l'infortunio?
"No, penso che sarebbe stato peggio se fosse arrivato in un altro momento della carriera. Quello che fa male in questo momento è non poter aiutare l'Inter". 

Perché l'Inter è così lontana dalla vetta?
"E' stata una stagione strana, difficile. Abbiamo iniziato sicuramente molto bene, poi però sono arrivati tanti infortuni, pesanti, e una serie di circostanze che hanno reso il campionato difficile". 

Come mai vuoi tornare a 40 anni?
"Perché sempre avevo l'intenzione di continuare a giocare ancora, questo infortunio non cambierà le mie idee. L'importante sarà tornare bene, perché per il resto mi sento importante per la squadra e anche i miei compagni mi fanno sentire ancora utile. Durante gli allenamenti mi diverto ancora". 

Vuoi tornare anche per raggiungere le presenze di Maldini?
"No, non è per quello. Non penso ai record, non sono la mia ossessione. Già essere il secondo nella lista delle presenze del campionato italiano è un grande onore. Sono lo straniero che ha giocato più partite. Ho sempre ammirato Maldini, è un orgoglio essere dietro di lui. Vediamo come sto quando torno e cosa succederà". 

Perché la Juventus dimostra tanto distacco con le altre squadre?
"Penso che sia la squadra che ha avuto più continuità, ha una squadra compatta e solida. Ha anche un allenatore molto forte. La squadra corre, è aggressiva, hanno la stessa impronta di Conte quando era giocatore". 

La stampa dice che lo scudetto dello scorso anno fu di Pirlo, mentre quello di quest'anno è stato di Vidal.
"Pirlo ha fatto tantissimo in tutta la stagione, mentre Vidal è stato determinante non soltanto per la presenza a centrocampo ma per i tanti gol che ha segnato. E' il bomber della squadra, e sicuramente lui è il miglior giocatore del campionato. Insieme a Pirlo sono i migliori del calcio italiano". 

C'è l'Italia nel futuro di Zanetti?
"Quando finirò la carriera, vorrò fare il dirigente dell'Inter. Il mio obiettivo è quello di rimanere legato a questo club, sono qui da 18 anni, ho vissuto momenti distinti e ho avuto la fortuna di essere il capitano in tanti momenti di questa squadra". 

Quante volte hai pensato al ritiro?
"(Ride, ndr) Molte volte, però a differenza del Sudamerica qui c'è tanto rispetto per i calciatori alla mia età. Ci sono tanti casi di calciatori che hanno giocato oltre i 40 anni, come Maldini e Costacurta". 

All'Inter hai un allenatore più giovane di te. E' la prima volta che ti succede?
"Sì, prima non mi era mai successo. Infatti ne parliamo e ridiamo insieme. Lui è giovane, ma io non sono vecchio!". 

L'altro fatto interessante è che Donkor è nato 12 giorni dopo il tuo esordio in Serie A
"Potrebbe essere tranquillamente mio figlio. Gliel'ho anche detto in allenamento".

Cosa è cambiato in te in questi anni passati in Italia?
"Molto poche. Ho la stessa capigliatura di quando ho iniziato, forse qualche capello bianco in più (ride, ndr). Però, per fortuna, anche il fisico è lo stesso e mi ha permesso di arrivare ad un alto livello quasi sempre. Ora la prendo soltanto come una pausa per tornare più forte di prima". 

Sezione: Focus / Data: Sab 18 maggio 2013 alle 20:30
Autore: Riccardo Gatto / Twitter: @RiccardoGatto1
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