"Dal punto di vista della felicità, sono convinto che la mia scelta sia stata fantastica. Dieci su una scala da 1 a 10. Sto sorridendo da due giorni". Dopo aver reso il giusto tributo a Mauricio Pochettino, suo predecessore, José Mourinho spiega a parole la bontà della sua scelta di prendere in corsa il treno Tottenham. "Avevo la sensazione che avrei allenato una squadra a metà stagione - dice lo Special One -. Sapevo che mi sarei trovato in una situazione in cui avrei avuto solo uno o due giorni per preparare la prima partita. Non posso venire qui e pensare che riguardi me stesso, è una cosa che riguarda i giocatori e passa da un senso di stabilità".

Il portoghese, poi, spiega le scelte giuste e sbagliate prese durante la sua storia da allenatore: "Durante la mia carriera, ho fatto errori. Non farò gli stessi errori, farò nuovi errori. Sono umile, sono abbastanza umile da provare ad analizzare la mia carriera e non solo quanto accaduto l'anno scorso (quando era manager dello United ndr). Il principio della mia analisi è sempre quello di non incolpare nessuno".

Prima di accettare la proposta degli SpursMou ha scelto di restare disoccupato per quasi un mese: "Non sono nessuno per consigliare le persone, ma fare una pausa è stato molto positivo per me. Passare l'estate senza un lavoro non è stato un bene per me, ero un po' perso. Ma è stato un bene per me. Ho persino imparato a essere più esperto".

Il discorso si sposta sul senso di appartenenza che Mourinho è riuscito a raggiungere nelle sue varie esperienze da allenatore, soprattutto al Chelsea, rivale cittadino degli Spurs: "Penso che (i tifosi del Tottenham ndr) debbano vedermi come sig. Inter, sig. Real Madrid e sig. Porto. Sono un uomo di club, ma non un uomo di molti club. Ho deciso di vivere queste diverse avventure nella mia carriera fino a quando non ho fatto quello che chiamo Grande Slam: Inghilterra, Spagna e Italia. Non mi sono fermato. Volevo farlo e l'ho fatto con passione. Ho vinto la Champions League con il Porto e tre mesi dopo stavo giocando contro il Porto, questa è la vita. Non sono il Chelsea, non sono lo United, non sono il Real Madrid, non sono l'Inter: sono tutti di questi club. Ho dato tutto a tutti e questo è quello che farò qui, ovvero dare tutto ".

A livello di obiettivi, Mourinho fotografa così la situazione: "Non possiamo vincere la Premier League in questa stagione. La prossima stagione - non sto dicendo che la vinceremo - ma possiamo vincerla. Se la finale di Champions League ha avuto un impatto negativo? Non lo so perché non ne ho mai persa una. Quando non vinco non posso essere felice - aggiunge Mou -. Non posso cambiare questa cosa nel mio Dna. Se sei felice di perdere le partite, allora è difficile essere un vincente. Ho dei principi che non posso cambiare e che hanno attraversato tutta la mia carriera: uno di questi è che non mi piace perdere". 

Sezione: Focus / Data: Gio 21 novembre 2019 alle 15:55
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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