Tempo di addio non solo a Inter e Atalanta, ma all'Italia intera. Marko Livaja si appresta a iniziare una nuova avventura nel campionato russo, dove la maglia del Rubin Kazan è pronta per essere indossata. Il giovane attaccante croato, prima di salire sull'aereo per la Russia, ha concesso una bella intervista ai microfoni di calciomercato.com toccando varie tematiche.

Rubin Kazan - "Mi aspetto innanzitutto di ripagare la fiducia che il Rubin mi ha dato. Il primo impatto è stato fantastico. Prima il colloquio con il direttore sportivo che mi ha spiegato nei minimi dettagli il perché mi ha voluto, quando e dove mi ha seguito e che progetti ha per il Rubin e per me. Poi le visite mediche, 8 ore al giorno per due giorni, in 5 istituti di medicina diversi… una professionalità incredibile. Sono felicissimo e non vedo l’ora di cominciare con la maglia del Rubin".

Rimpianti... nerazzurri - "Voglio ringraziare i tifosi per avermi dato la possibilità di giocare in Serie A e di aver potuto indossare due maglie a cui tengo tanto. Ringrazio i tifosi per avermi dimostrato tanto affetto e avermi sostenuto ed auguro ad entrambi i club tante vittorie. Il vero Livaja l’hanno visto a tratti purtroppo, un po’ per mie colpe e un po’ per colpe altrui. Ma non posso dimenticare bellissimi momenti quali le vittorie contro la Lazio in finale a Gubbio con la primavera, la finale a Londra contro l’Ajax nelle NextGenerationSeries, la partita contro l’Hajduk a Spalato, il mio debutto con l’Inter, i gol al Neftchi a San Siro, la doppietta contro la Roma… tanti bei momenti indimenticabili. Ma questo e’ il passato, ora mi sento al 100% un giocatore del Rubin. Permettetemi però un saluto che ripeto in ogni intervista. E’ un grazie al Presidente Percassi e al figlio Luca per il sincero affetto dimostratomi sempre, in ogni momento, bello e meno bello. Ricordo con piacere la firma con l’Inter con le parole di Ausilio che mi ha convinto a legarmi ai colori nerazzurri, la mia prima gara con l’Atalanta, il mio primo gol con la corsa sotto la curva dei tifosi della Dea".

Andrea Stramaccioni - "Col Mister ho avuto un rapporto bello, mi consigliava sempre facendomi crescere sopratutto tatticamente. La NextGen è stata un’esperienza fantastica. C’era un gruppo di giocatori fortissimi, ma era l’ambiente che era bello. Samaden e Paolillo ci sostenevano come se fossimo tutti i loro figli. Bellissima avventura".

Ritorno in Italia - "A questo non penso in questo momento. Sono un giocatore del Rubin e voglio fare bene con il Rubin. Voglio fare tanti gol, giocare bene e dare un contributo importante per portare il Rubin ai vertici del calcio russo. Poi nel futuro non si sa mai".

Mauro Icardi - "E’ un buon giocatore. Non lo conosco bene. I nostri destini sembravano incrociarsi quando sono stato vicino al prestito alla Sampdoria, ma poi non se n’è fatto nulla. L’Italia vive di calcio 24 ore al giorno, quindi le polemiche su quello che succede fuori dal campo sono quasi una conseguenza inevitabile. Non è una cosa molto positiva, soprattutto quando si parla di giovani, come Icardi. Noi siamo uguali a tutti gli altri giovani e facciamo le stesse cavolate che fanno tutti i nostri coetanei, ma bisogna giudicarci per quello che diamo in campo".

Kovacic e il calcio croato - "In Croazia siamo poco più di 4 milioni di persone e da sempre, dal nostro campionato, vengono fuori grandi giocatori. E ne verranno fuori sempre. Pasalic abita vicino a casa mia, è un grande talento ed ha un bel carattere. Ha dimostrato tanto in Croazia, ma adesso lo deve fare all’estero dove le cose sono più difficili. Kovacic è un grande talento. Giocare con lui - in nazionale - è sempre un piacere perché in campo ci capiamo senza parlare: mi passa la palla esattamente dove me la aspetto. Farà una grande carriera. È ovvio che come ogni giovane calciatore sogno la nazionale, spero che arriverà molto presto".

Sezione: Focus / Data: Ven 16 maggio 2014 alle 22:15 / Fonte: calciomercato.com
Autore: Francesco Fontana
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