Lunga intervista a Fabio Capello sul Corriere dello Sport. L'ex allenatore, tra le altre, di Roma, Juve e Milan ha parlato soprattutto della corsa scudetto.

Lei è stato, fin dalla scorsa estate, tra i più convinti a pronosticare la Juve regina del campionato a dispetto del parere opposto di molti addetti ai lavori… 
"Prima della serata di San Siro, avevamo colto della Juve solo a tratti l’enorme potenziale. Nella sfida con l’Inter c’è stata una straordinaria dimostrazione di forza e di convinzione nei propri mezzi, tipica dei grandi team. Mi ha colpito in particolare la compattezza della Juve nelle pieghe della partita, dote quest’ultima unica che distingue i gruppi capaci di realizzare pochi e isolati risultati, da quelli che puntano invece a tagliare il traguardo finale". 
 
Non le pare che somigli in modo incredibile a quel suo Milan di inizio anni 90 capace di vincere 4 scudetti in 5 anni e di collezionare tre finali consecutive di Champions league? 
"Può darsi. C’è un solo rischio. Che possa scivolare in qualche partita quando il tasso di concentrazione e di determinazione non sarà al massimo. Anche in questo caso però il club possiede gli antidoti naturali". 
 
Condivide la metafora utilizzata da Antonio Conte che ha parlato di Juve come un grattacielo e di Inter come di un palazzo in costruzione per spiegarne la distanza? 
"Antonio ha esagerato un tantino come gli capitò già in passato quando parlò di ristorante da 10 e da 100 euro per spiegare gli insuccessi in Champions. A dire il vero, anche la sua Inter non sarà il grattacielo più alto del mondo ma è un gran bel grattacielo. È inutile nascondersi. A mio avviso, come già accaduto con Spalletti nei due campionati precedenti, la differenza rispetto alla Juve è rappresentata dalla qualità complessiva della rosa". 
 
Ad esempio? 
"Nella sfida di domenica sera, quando è uscito per infortunio Sensi, ed è entrato Vecino, l’Inter ha perso la qualità indispensabile da imporre negli ultimi venti metri". 

Sezione: Focus / Data: Gio 10 ottobre 2019 alle 08:37 / Fonte: Corriere dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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