Vederli in fila, tutti e quattro, salutare con le lacrime agli occhi i tifosi non può non aver provocato almeno un sussulto anche nel più freddo degli spettatori. E non parliamo soltanto di quelli di fede nerazzurra. Zanetti, Cambiasso, Samuel e Milito hanno scritto la storia del calcio, al di là della maglia indossata. Storie diverse, stessa nazionalità: i quattro argentini hanno lasciato l'Inter come giocatori nella notte di Verona, in cui la partita col Chievo è passata del tutto in secondo piano. C'era da applaudire con il cuore gonfio di emozione questo ultimo, grande pezzo di Triplete. Di Inter che fu.

Milito a parte, gli altri tre hanno vissuto ad Appiano anche anni duri. Soprattutto Zanetti, il grande capitano. Non ha mollato quando chiunque sarebbe fuggito al Real Madrid e poi si è goduto tutta la sua gioia meritata. Li hanno spesso sbertucciati, etichettandoli come Clan dell'Asado, un modo per evidenziare in maniera negativa la leadership nello spogliatoio. Come se, al Milan, avessero chiamato Baresi, Maldini, Costacurta e Tassotti il Clan della Cotoletta. Ridicoli. Tant'è che queste buffonate saltavano fuori soltanto nei momenti cupi, mai in quelli di gloria. Poveracci.

La verità è che il vuoto che da ieri tutti (o quasi) i tifosi interisti sentono è spiegabile con l'addio del nocciolo duro di uno spogliatoio vincente. Prima come uomini, poi come atleti. Perché al di sopra di tutto, anche nello sport, c'è lo spessore umano, su cui si fondano vittorie anche impensabili. E loro, di spessore, ne avevano in abbondanza, oltre a essere calciatori sopraffini.

L'Inter che verrà si troverà dal giorno alla notte senza spina dorsale. Senza l'anima consolidata. Senza memoria storica. Una scelta coraggiosa quella della nuova dirigenza, un rischio calcolato. Pagherà? Chissà. In tanti chiedevano un taglio netto col passato e, dopo 2-3 anni di piccole scosse, adesso è arrivato il terremoto vero e proprio. Soltanto Zanetti, però, smetterà di giocare e resterà nel club. Gli altri continueranno, magari proprio in Argentina dove tutto è cominciato tanti anni fa. Intanto, Pupi, Cuchu, The Wall e il Principe sono passati direttamente dal campo alle pagine della storia del calcio.

Rivisitando un famoso monologo del protagonista di una fortunata pellicola di un interista doc come Luciano Ligabue, potremmo dire: ''Credo che un'Inter come quella di Zanetti, Samuel, Cambiasso e Milito non ci sarà mai più, ma non è detto che non ce ne saranno altre belle in maniera diversa''.

Perché voi siete stati l'Inter e voi sarete sempre l'Inter. Voi siete Leggenda.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 20 maggio 2014 alle 00:01
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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