Non è normale quello che sta succedendo. L’Inter ha perso ancora una volta tanto a poco. In due settimane la squadra ha preso sette gol e realizzato uno. E, per  quanto incredibile, si appresta a vivere la quarta stagione consecutiva con le solite inutili tribolazioni. Quello che accadrà nelle prossime ore sarà importante per conoscere il peso specifico della società, ma prima è necessario fare ordine.

La squadra: sfilacciata, senza idee e soprattutto senza traccia di un'identità. La cosa più spaventosa è stato vederla maledettamente ferma. L’impotenza da spettatore nel vedere Kovacic con la palla al piede e nessun compagno che si liberasse, che corresse, che provasse a dettare il passaggio. Tutti fermi ad aspettare palla, poi improvvisamente a fare pressing, poi di nuovo immobili. Giocatori apparentemente disomogenei, inadatti a giocare tra loro. Resta inspiegabile come a inizio stagione la squadra sembri già logora e non pratichi quell’efficace pressing alto che aveva così ben interpretato nelle amichevoli. Ranocchia che fa appoggi timidi e arretrati per poi dedicarsi ad un paio di entrate proditorie, Medel spaesato, Icardi che va a scatti, come se ci fosse una carica dietro la schiena, Juan Jesus senza grinta. Si salva Dodò che è il più propositivo, infatti viene sostituito non appena si passa a quattro. 

La cosa che mi atterrisce con maggior efficacia è la panchina. Guardando i giocatori c’era da chiedersi chi potesse eventualmente entrare in campo e dare una scossa. Hernanes e Palacio no come hanno dimostrato. Pallidi e impotenti. Se poi l’attaccante argentino si mangia un gol del 2-1 con quell’attacco alla profondità che gli compete, ti accorgi che le munizioni sono finite da tempo. L’Inter, oltre ai due appena citati in panchina, aveva dei giovani volenterosi come Mbaye, Obi, Krhin, un mestierante come Kuzmanovic e stop. Io rimpiango e mi tengo le vostre ironie su Alvarez e Botta, ma in realtà qui si tratta anche di altro.

L’allenatore: ho sentito con le mie orecchie Walter Mazzarri dire che sa quali corde toccare coi giocatori ma che tanto molti andranno via con le nazionali... Nel post partita ha parlato anche di scarsa condizione fisica. Non ho capito come sia possibile, qualcuno deve aver pur sbagliato, l’Inter non è l’unica squadra ad aver fatto una partita ogni tre giorni. E con il Qarabag più di un giocatore aveva i crampi. 

Pochi istanti dopo, senza che gli venisse chiesto, ha subliminalmente messo dentro la seguente frase: “Ora non voglio parlare dell’organico, cerchiamo di valorizzare quello che abbiamo e penso di sapere come fare”. Di fatto ha detto che la squadra è scarsa e più di tanto non può risolvere ma ci proverà. Libero di pensarlo e so che molti tifosi la pensano così. Ma quante volte si è rimproverato a Mazzarri per questo genere di dichiarazioni. Se c’era una sera in cui si poteva azzardare un mea culpa inedito nel vocabolario mazzarriano, era proprio dopo una gara del genere. Invece, a considerazione da studio sull’assenza d’identità e di gioco, il tecnico ha risposto, come di consueto, che non è vero. Seguivano discorsi sulla condizione fisica (di nuovo) e altri problemi non meglio identificati. Al termine di questo inquietante x-file lasciatoci come cadeau, per riflettere meglio durante la pausa per la nazionale, mi sono chiesto cosa pensasse Piero Ausilio.

Perché è ormai acclarato: non ci saranno dimissioni e nemmeno un esonero. Tutto resterà fermo, immutato, una sonora strigliata per i pochi che restano e un viaggio verso le rispettive nazionali con il biasimo generalizzato dei dirigenti. 
La società: ha scelto di rinnovare il contratto, bontà sua, a Mazzarri e mettersi nelle sue mani dopo che si era apertamente parlato di un Thohir intenzionato a rinnovare al tecnico solo a stagione in corso, per vedere come andava. Invece no. Improvviso rinnovo e, come d’incanto un mercato sbloccato. Quali che siano i motivi di questa decisione resta l’errore di fondo.

La maggior parte delle persone ha pensato che non fosse possibile dare colpa sempre all’allenatore. Concettualmente ha ragione. Infatti la responsabilità è della società che se è davvero ambiziosa deve sapere che tanti buoni manager come Mazzarri, Ranieri, Gasperini o Benitez possono allenare e bene. Ma pochi, pochissimi possono guidare l’Inter. Il vero acquisto dell’Inter doveva essere l’allenatore. Ora in giro, a parte Mancini, ci sono solo altre scommesse capaci di dare una scossa iniziale per poi tornare nell’anonimato.

Mi ha dato il nervoso veder umiliato Stramaccioni senza che la gente sapesse le vere ragioni, mi è dispiaciuto che l’Inter non abbia mai pensato seriamente a Mihajlovic e non abbia, per ora, i mezzi per arrivare a Simeone. Abbiamo Mazzarri e resterà lui. Tanto vale arredare il tunnel e sperare che la scelta conservatrice sia premiante.
Amala 

Sezione: Editoriale / Data: Lun 06 ottobre 2014 alle 00:00
Autore: Lapo De Carlo
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