In guerra e amore tutto è lecito. Anche nel calciomercato, aggiungo io. Sin dagli anni '90 questo è stato, giornalisticamente parlando, l'ambito in cui gli organi di informazione potevano sbizzarrirsi con titoli a caratteri cubitali anche per notizie prive della dovuta verifica. Le aspettative estive dei tifosi, tendenzialmente svarionati dal solleone, lo consentivano. Oggi però la tendenza al cannibalismo informativo è diventata incontrollabile, soprattutto in virtù dell'esplosione rapida e inarrestabile del web journalism, con il proliferare di siti più o meno seri che sfruttando il fattore tempestività e il seguito del popolo online ha costretto anche media storici a cambiare atteggiamento, privilegiando l'enfatizzazione piuttosto che la credibilità della notizia.

Ed ecco che in questo contesto si torna a parlare di un possibile accordo-bis tra Inter e Juventus per la cessione di Fredy Guarin ai bianconeri. Dopo la sanguinosa esperienza di gennaio, il tifoso interista già apatico a fronte del presunto immobilismo societario nella campagna di rafforzamento (come biasimarlo all'alba del 2 giugno?), non aspettava altro per scagliarsi nuovamente contro la dirigenza nerazzurra. Il nervo è scoperto da diverso tempo e una notizia del genere non poteva che aizzare nuovamente chi già ipotizza scenari apocalittici per il futuro immediato dell'Inter, tra autofinanziamento e un closing che tarda ad arrivare. Eppure trattasi solo di una voce, suffragata da uno scaltro 'mai dire mai' di Beppe Marotta e dal biglietto prima classe con destinazione ancora da stabilire in tasca al colombiano. Due argomenti veritieri ma che non si intrecciano necessariamente, anzi.

Aggiungo che dopo il mancato trasferimento di Isla circa un anno fa e la deflagrazione dello scambio invernale Guarin-Vucinic, tra Inter e Juventus in questo momento non sussistono le condizioni, anche morali, per tornare a trattare. Non basta un 'mai dire mai' per cancellare lo 'sconcertante' del 21 gennaio scorso: da quel giorno sull'asse Milano-Torino è stato esposto un cartello che vieta il transito. E per quanto ai piani alti si mantenga la cordialità imposta dall'etichetta, in sede di mercato c'è grande freddezza. Non capisco, pertanto, come mai si sia tornati a parlare del trasferimento di Guarin alla Juventus senza avere conferme (noi non ne abbiamo trovate, sia chiaro), come se fosse la trattativa più naturale della storia del calcio. Bello avanzare degli scenari rumorosi in prima pagina, ma giocando con i 'se' il rischio è riaccendere dei focolai che con tanta fatica erano stati spenti, pur consapevoli che sotto terra qualcosa è rimasto acceso.

Penso alle tante mail di tifosi interisti inferociti contro la società che a loro dire sta vendendo il colombiano ai gobbi. C'è vera e propria rabbia nei testi che ci vengono inviati, per nulla ammansita dal dubbio che si tratti solo di un rumour e nulla più. C'è chi ha persino accusato Mazzarri di questa cessione ormai inevitabile, reo di non aver impiegato Guarin nel ruolo giusto, quando Conte invece lo farà diventare un campione (a 28 anni la vedo dura, con tutto il rispetto per il Guaro). Pazzesco. Ma quello che mi preoccupa non è il fatto che vengano messe in giro certe voci, fa parte del gioco e dal mio osservatorio ne leggo di ogni. Piuttosto mi spaventa la reazione immediata e inferocita di molti tifosi, ai quali è bastato poco o nulla per tornare a puntare il dito contro chi rappresenta la propria squadra del cuore.

Che ci sia malcontento nei confronti di Mazzarri (che, ribadisco, merita come chiunque di lavorare in condizioni ideali. così come lo meritava Stramaccioni), o perplessità verso la nuova proprietà, è evidente. Ma che il sostenitore interista medio covi dentro di sé tanta irrequietezza deve far riflettere. In primis, la società che davvero stavolta non può commettere errori e deve inviare all'estno messaggi forti di stabilità e consapevolezza. In secundis, Mazzarri e i giocatori che vestiranno il nerazzurro dal 1' luglio, le cui spalle dovranno esser abbastanza larghe da sostenere il peso di una responsabilità che va al di là del valore della maglia. Spero solo che la pazienza dei tifosi sia tale da non far 'scattare l'embolo' al primo giro a vuoto. E che soprattutto non venga dato troppo credito a ciò che si legge o si sente in giro, non del tutto scevro da onestà intellettuale.

PS - Ranocchia va in Brasile da 24esimo. Ergo, da spettatore non pagante. Magari lui sarà comunque contento di essere parte del gruppo, ma virtualmente non metterà mai piede in campo. Doppia beffa: per i tifosi interisti che speravano di vederlo in maglia azzurra (lo avrebbe meritato) e per Mazzarri che non lo avrà subito a Pinzolo senza neanche concederlo alla Nazionale. Dopo la rinuncia a Pepito Rossi e a un qualsivoglia terzino sinistro di ruolo, questa è la terza eresia che emerge dalle convocazioni di Prandelli. Lippi ha vinto un Mondiale con un terzino sinistro e un difensore proveniente dalla panchina, entrambi interisti. Ranocchia in panchina neanche si siederà. Comunque, forza azzurri.

Sezione: Editoriale / Data: Lun 02 giugno 2014 alle 00:00
Autore: Fabio Costantino / Twitter: @F79rc
vedi letture
Print