Il potere del calcio è anche questo. A volte bastano 90 minuti per cancellare mesi e mesi di nefandezze e cialtronerie. Non è finito nulla: l'Inter è in testa a fine febbraio, certo, ma al termine della stagione manca ancora tantissimo. Però il 3-0 sul Milan, dopo il 2-0 alla Juve e il 3-1 alla Lazio, ha fatto cadere tantissime maschere, disvelando la realtà. Una realtà cruda per chi finora aveva provato in ogni modo a offuscarla con menzogne e banalità.

L'Inter ha letteralmente demolito il Milan, lasciando ai cugini appena un paio di minuti di assedio. Prima e dopo le tre parate di Handanovic (ma ha ragione Marani: ottimi interventi, ma che non si parli di miracoli), il derby è stato solo nerazzurro. Dal gol di Lautaro al fischio finale di Doveri, la squadra di Antonio Conte ha seppellito quella di Stefano Pioli sotto tutti i punti di vista: tattico, tecnico, fisico, mentale. E il 3-0 finale, per certi versi, va anche stretto a De Vrij e compagni.

Le maschere, dicevamo. Quelle che parlavano di un Lukaku pagato troppo e mai decisivo nei match che contano, di un Hakimi troppo acerbo per un campionato tattico come la Serie A, di uno Skriniar inadeguato alla difesa a tre, di un Brozovic non totalmente affidabile, di un Eriksen troppo molle, di un Lautaro già per il Barcellona. Soprattutto, parlavano di un Conte sull'orlo dell'esonero e di una crisi di nervi, tra il feeling non sbocciato con il popolo interista e la sua incapacità di modificare l'idea tattica (il Piano B...). Ecco a voi la risposta. Anzi, le risposte, visto che è inizio novembre che l'Inter ha riallacciato il discorso e non ha più staccato la spina. Solo chi non sa o chi non vuole sapere non si era accorto degli enormi passi in avanti fatti dalla squadra sia in termini di solidità che di consapevolezza nei propri mezzi. Può capitare la serata stregata, nella quale il portiere avversario diventa Yashin e i tuoi attaccanti sprecano l'impossibile (come contro lo Shakhtar, ma non solo). E può capitare anche di perdere con la Samp o di non sfondare il muro dell'Udinese. Eppure verso l'Inter la critica è sempre stata cruenta, è sempre andata anche oltre il fisiologico sottolineare le mancanze di campo, concedendo zero alibi (come invece accade con altre squadre) e, anzi, arricchendo la narrazione con dettagli extra (dai soliti veleni sulla proprietà cinese ai continui riferimenti a una non meglio certificata "essenza" ancestrale del club).

Adesso tutte le maschere sono cadute. La realtà appare per ciò che è e non per ciò che qualcuno vorrebbe che fosse.

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Sezione: Editoriale / Data: Mar 23 febbraio 2021 alle 00:00
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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