È tornato, Erick Thohir, in anticipo rispetto alle previsioni. Perché essere banale non è nel suo stile. E non ha sprecato l'occasione per confermare, come se fosse la cosa più naturale possibile, la notizia che negli ultimi giorni ha riattivato il tifo interista dopo un periodo quasi apatico, figlio di un mercato che non decolla e non offre neanche motivi per essere ottimisti: il rinnovo del contratto di Walter Mazzarri, l'unico allenatore in serie A che ai nastri di partenza della nuova stagione non godrà della fiducia dei tifosi della sua squadra. 

Diciamocelo, una gran parte dei sostenitori interisti già non vedeva di buon occhio l'exallenatoredelnapoli (neologismo assai in uso, chi frequenta i social network può confermarlo), augurandosi senza neanche troppe aspettative una sua sostituzione già da questa estate. Ma ai loro occhi il rinnovo per un'altra stagione è ancora più duro da digerire. Chi mi conosce sa che non sono un detrattore aprioristico di Mazzarri. Lo considero un bravo allenatore, serio professionista che ha salito gradino per gradino la scala della gavetta, quando altri hanno preso comode scale mobili. Questo non significa che l'Inter sia adatta a lui e viceversa. Ma la raccolta dati della scorsa stagione, che lui ha esercitato nei confronti della rosa, per quanto lo riguarda non è sufficiente a dare un giudizio privo di dubbi o attenuanti. I mesi scorsi sono stati i più insoliti nella storia recente nerazzurra, con un cambio di proprietà e una sfilza di giocatori in uscita che hanno evidentemente influenzato l'andamento della stagione. A questo si aggiungono gli errori dell'allenatore, che fossilizzandosi su un modulo atipico per la tradizione interista ha pagato dazio allorquando i pareggi, più che una casualità, sono diventati una costante. Nel calderone insomma è finito un po' tutto. 

Ma se una gran fetta di tifosi è convinta che Mazzarri non sia l'allenatore giusto per l'Inter e protesta a gran voce contro il rinnovo del contratto, io tiro il freno a mano e attendo la sua seconda panchina milanese prima di giudicarne l'adattabilità. Scelta interlocutoria, quasi ponziopilatesca, ma a mio modo di vedere necessaria per una valutazione onesta. Detto ciò, cercando di rimanere obiettivo, proverò a sintetizzare i pro e i contro della conferma fino al 2016 di Mazzarri, sottolineando comunque che un biennale non è garanzia assoluta di conferma, soprattutto nel calcio, soprattutto all'Inter. 

PRO

Rinviando la scadenza del contratto, Thohir vuole dare forza al suo concetto di progettualità a partire dalla testa. La fiducia all'allenatore è il primo passo, a livello di campo, per fugare ogni perplessità.

In questo modo si eviterà quello che molti hanno definito effetto Allegri, ossia la tendenza dei giocatori ad abbandonare il proprio tecnico a stagione in corso, proprio perché destinato a fare le valigie. Si perde così quella spinta psicologica che ti porta a guadagnare la sua fiducia.

Anche se in passato per lui non è stato un deterrente, Mazzarri potrà lavorare con maggiore serenità senza la spada di Damocle che gli imporrebbe di raggiungere risultati altisonanti si da subito e, inevitabilmente, a commettere errori o scelte impopolari per riuscirvi. Una casa di paglia costruita in fretta e furia resiste meno alle folate di vento di un'abitazione di mattoni, che richiede però più pazienza.

Il rinnovo per un altro anno, proprio perché piuttosto impopolare agli occhi dei tifosi, conferma che la dirigenza ha le idee chiare e non ci sono correnti interne che si scontrano in modo evidente. Un chiaro messaggio di solidità aziendale e di fiducia nelle proprie scelte.

CONTRO

In epoca di vacche magre, con un mercato che stenta a decollare causa mancanza di liquidità, garantire per un'altra stagione oltre tre milioni di euro a un allenatore non certo annoverato tra i più vincenti stona non poco. Magari il nuovo accordo poteva prevedere un abbassamento dell'ingaggio per ovvie esigenze finanziarie.

La piazza è, usando un eufemismo, divisa su Mazzarri. Mentre c'è chi lo apprezza, c'è anche chi non lo considera l'allenatore giusto per l'Inter e la notizia del rinnovo ha aumentato il malumore. Davvero è questo il modo giusto per iniziare l'anno zero?

Forse sarebbe stato più saggio pazientare un po' prima di rinnovare il contratto, magari fino a fine anno solare per capire se il lavoro prosegue nel modo giusto. Posto che la scorsa stagione non è giudicabile, una decisione del genere a scatola chiusa si espone al serio pericolo del ripensamento.

C'è poi il capitolo mercato: ad oggi non è che l'allenatore sia stato accontentato e il rischio che al gong della sessione estiva si ritrovi giocatori da lui non richiesti è alto. Ha senso assicurarsi una stagione in più con un tecnico le cui necessità tecniche per questioni finanziarie non puoi soddisfare?

Quattro punti a favore e quattro contrari. Equo. Sicuramente ne ho sottovalutati alcuni, ma coscientemente ho evitato di citare, tra i contro, il fatto che Mazzarri non sia considerato 'simpatico' (a me interessa che vinca, non uscirci a cena) e che non faccia giocare i giovani (falso mito, se sono bravi con lui trovano spazio). Adesso, in attesa dell'annuncio ufficiale che porrà fine a tutti i contraddittori, non resta che farci un augurio: che Mazzarri sappia meritarsi sul campo questo ulteriore anno in nerazzurro e che questo rinnovo, la prossima estate, più che un passo falso societario assuma le sembianze di una lieta garanzia di continuità.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 29 giugno 2014 alle 00:00
Autore: Fabio Costantino / Twitter: @F79rc
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