"Ma come fanno i marinai a baciarsi tra di loro, a rimanere veri uomini però". Questo cantavano Francesco De Gregori e Lucio Dalla sul tramontare degli anni '70. Lo intonavano come brano di coda ad ogni concerto in quel tour chiamato Banana Republic, il primo tour musicale italiano dopo un lungo periodo di stadi e palasport vuoti e silenti. Era il 1979, gli stadi erano vuoti, ma i motivi di quella profonda distanza musica-pubblico erano da cercare in cause ben diverse da quelle che ci costringono oggi alla desertificazione degli impianti sportivi, vuoti non solo in relazione al mondo musicale. Ma questa, per quanto simile è un'altra storia, riaffiorata alla mente per semplice ricorrenza storica: i 70 anni di De Gregori, compleanno festeggiato ieri. D'altronde Deg riserva sempre un pezzo di puzzle capace di incastrarsi magistralmente ad ogni occasione della vita, Bologna-Inter compresa. 

L'inflazionata 'Leva calcistica della classe '68' al Dall'Ara è costretta a defilarsi; a trascinare l'Inter a Bologna è infatti il solito Romelu Lukaku, quel ragazzo dalle spalle già larghe, fatto e finito (se pure Conte vede in lui ancora margini di crescita e miglioramento), senza il briciolo di paura di sbagliare un calcio di rigore. Ma un giocatore si vede (anche) dal coraggio, dall'altruismo e dalla fantasia e, quest'anno e quello dopo ancora, giocherà con la maglia numero 9 come quella dei bomber quale è. Contro gli emiliani il belga ha sottoscritto la sua ventesima rete in campionato, 26esima in totale, diventando il settimo giocatore della storia dell'Inter ad aver segnato almeno 20 gol in campionato in due stagioni consecutive. Una rete che gli vale pure il sorpasso su Ronaldo il Fenomeno, che con l'Inter ha realizzato 59 gol e 12 assist in 99 presenze, Big Rom con quello di ieri ha ipotecato il 60esimo gol in 86 partite. Con buona pace del Maestro (non quello bianconero), alla leva calcistica della classe '68 subentra quella della classe '93 che tutto tiene fuorché un cuore pieno di paura. 

A prendersi i riflettori però non è solo il gigante buono dal piedone risolutivo, perché al Dall'Ara la diapositiva più limpida del momento dei nerazzurri sta tutta in un abbraccio, quello dopo il triplice fischio tra Conte e il suo fido scudiero Lele Oriali. "Con lui c'è un rapporto molto forte, abbiamo iniziato a lavorare insieme nella Nazionale” ha dichiarato Conte nell’immediato post-partita incalzato su quell’esultanza emblematica. Abbraccio scudetto? “No, perché lo scudetto va conquistato sul campo. Ci sono ancora dieci partite da giocare, per altre nove. La strada è lunga, mancano 30 o 27 punti” ha specificato ai microfoni di Sky. Eppure in quell’esultanza c’è tutto. Ci sono i sogni, gli impegni presi, le parole date, i sacrifici. Ci sono un anno di calcio atipico, mesi di incertezza, le difficoltà sanitarie, le problematiche societarie, gli infortuni, l’arte del dover arrangiarsi. Ci sono le critiche ricevute, i tonfi incassati, i Conte out e il fallimento stagionale. E ancora una volta viene in mente De Gregori e anche questa volta dovrà perdonarci qualche riadattamento di troppo: “Ma come fanno i marinai a baciarsi tra di loro, a rimanere veri uomini”? C’è da chiederlo a Conte, che quasi sicuramente risponderebbe imparando a godersi il percorso e in fondo un po’ di ragione avrebbe. Se nel brano di De Gregori e Dalla i due compagni si chiedono “che cosa gliene frega di trovarsi in mezzo al mare, a un mare che più passa il tempo e più non sa di niente su una rotta inconcludente”, nel brano di Conte e Oriali la rotta è tutt’altro che inconcludente e al contrario “man mano che le gare diminuiscono è inevitabile iniziare a vedere qualcosa”.

Qualcosa ma non tutto, e allora lo vedi "il treno che portava al sole? Non fa più fermate, neanche per pisciare si va dritti"… perché “non abbiamo ancora fatto niente. La strada è lunga, mancano 30 o 27 punti da assegnare e il campionato italiano è difficile, ogni partita bisogna ottenere la vittoria”. Ma ogni vittoria diventa sempre più pesante e lasciarsi tradire dall’emozione - ha ammesso velatamente l’uomo dagli occhi di ghiaccio e il carattere di ferro - può capitare, proprio come ieri. E chissà che non smetteremo di chiederci come fanno i marinai a baciarsi tra di loro e rimanere veri uomini.

VIDEO - TRAMONTANA SBAGLIA LA PROFEZIA. E L'INTER SEGNA A BOLOGNA!

Sezione: Editoriale / Data: Lun 05 aprile 2021 alle 00:00
Autore: Egle Patanè / Twitter: @eglevicious23
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