Milioni e milioni di attrezzature. Milioni e milioni di abbonamenti. Milioni e milioni di tifosi. Eppure tutti zitti. Tutti muti. L'arbitro non vede bene, al VAR non hanno certezze, i giornalisti fanno i democristiani, i tifosi restano basiti, gli spettatori non capiscono. Soldi spesi bene, si potrebbe dire. Milioni e milioni di euro e la regolarità di una partita di calcio non c'è, per un'azione che si sviluppa sul centrocampo di San Siro (mica dietro la bandierina di un campetto di periferia senza illuminazione...). E ci si nasconde dietro un regolamento che viene piegato e forzato una volta di qua e una volta di là. Allegri parla di malafede dei giornalisti e di decisioni soggettive, con i protagonisti che dovrebbero starsene zitti perché alzano la voce solo su episodi a loro favore? Beh ma lui è il primo: non si ricordano frasi contro la decisione di assegnare alla Juve un rigore per "sfiorar di scarpini" nell'1-1 della passata stagione sempre qui a San Siro. Lì la VAR funzionava benissimo, corretto?

Domenica sera no: tutti muti. Parla Allegri e lo fa pure troppo. Parla Inzaghi, ma lui farebbe meglio a non farlo: non ha nella comunicazione la sua dote più spiccata e, sebbene corretto nella sostanza, il messaggio perde di efficacia nella forma. Colpevole? Assolutamente no. Non lui, bensì il club che con presidente e dirigenti parla dopo Oporto ma non proferisce parola dopo la Juve. La replica esatta di Monza-Inter, Inter-Verona, Inter-Empoli, Cremonese-Inter, Inter-Milan, Samp-Inter, Inter-Lecce e Spezia-Inter. Tutte gare, al di là del risultato, segnate da evidenti o evidentissimi errori arbitrali. Muti.

Braccio di Rabiot? Chiaro. Chiarissimo. Anzi, no: dubbio. Probabile ma non certo. Si gioca. Poi, attorno alla mezzanotte, su 'Pressing' di Mediaset, ecco spuntare altre immagini: non solo Rabiot, ma c'è un braccio volontario di Vlahovic che si aggiusta in modo chiaro la palla. Dunque non uno, ma due falli di braccio. Bastava cercare meglio nelle immagini. Bastava utilizzare meglio i milioni e milioni di euro investiti nel calcio da istituzioni e, soprattutto, tifosi. Però che bello sport la pallavolo.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 21 marzo 2023 alle 00:00
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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