Un clima anti-Inter come poche altre volte nella storia. Tra simpatie evidenti e altre malcelate, la tendenza è chiara: per lo scudetto si tifa Milan. Possibilmente, mettendo anche pressione con commenti, disamine e polemiche ad hoc. Uno scenario da trappolone costante, con la narrazione storpiata che lega tutti i punti in questione, non ultimo quello arbitrale.

Conferenza stampa di Pioli prima della Lazio. Domanda di un giornalista e noto tifoso del Foggia: "Dando per scontato un luogo comune secondo cui tra torti e favori arbitrali alla fine i conti tornano, cosa deve succedere da qui a fine campionato perché tornino i tuoi conti?". Risposta del tecnico del Milan: "In queste cinque partite bisogna che succeda qualcosa che non è successo fino a oggi". Il non detto. Il veleno. La puntura. Alcuni hanno parlato di risposta con stile. Francamente, qui ci si vede solo tanto astio, tanto rancore e anche molta frustrazione. La posta in palio è altissima e magari Pioli avverte il peso di quella che potrebbe essere la sua unica chance in carriera di vincere qualcosa di importante, ma questo non giustifica l'atteggiamento passivo aggressivo che poi si riverbera anche in campo con proteste sguaiate fin dai primissimi minuti, sue e dei suoi calciatori.

Molto facile produrre dossier sui "favori arbitrali all'Inter", come proposto da Tuttosport domenica mattina, richiamando le proteste milaniste. Un elenco di presunti fischi pro-nerazzurri nell'arco del campionato. Azioni tutt'altro che banali, giudicate frettolosamente e a senso unico dal quotidiano torinese, ovviamente dimenticando decine di episodi nel verso opposto, come d'altronde capita quando si parla dei casi da moviola nei match dei rossoneri. Una vera e propria campagna a mezzo stampa che ormai va avanti da tempo e giunta a un livello di sfacciataggine difficilmente paragonabile. Se a ciò aggiungiamo i sospetti sulla designazioni di Sozza, i continui riferimenti alle difficoltà di cassa del club campione d'Italia, i rumors negativi di mercato con i "rischi" di perdere quello o quell'altro campione, il quadro è completo. Tesserati, addetti ai lavori, giornali, tv e web: tutti contro l'Inter.

Per fortuna, poi, c'è il campo. E lì le chiacchiere stanno a zero. Contro la Roma è arrivata l'ennesima conferma che la squadra nerazzurra è tornata a macinare calcio ai livelli di novembre-dicembre: ingiocabile per larghi tratti. Rispetto a quel periodo, peraltro, Handanovic e compagni sembrano pure maturati nella gestione dei momenti e riescono a restare lucidi anche nelle fasi di gara in cui l'avversario sembra aver trovato contromisure adeguate. Dalle ultime prestazioni sono arrivati segnali inequivocabili sul livello di questa squadra, consapevole in maniera totale delle proprie qualità. Il calendario non conta, conta solo l'oggi. L'Inter ha in mano il proprio destino, a partire dal recupero col Bologna di domani. Si lasci agli altri discutere di leoni, scimpanzé, arbitri e quant'altro. Testa e gambe solo sull'obiettivo. Se l'Inter fa l'Inter, per le altre non ce n'è.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 26 aprile 2022 alle 00:00
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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