Il rebus dell'estate è stato sciolto. Achraf Hakimi si accaserà al PSG per 65 milioni di euro più bonus, seguendo la scia tracciata due stagioni fa da Mauro Icardi ma sperando che la sua esperienza gli regali gioie e sorrisi anche in campo, e non solo scatti instagrammabili con la consorte sotto le luci della Tour Eiffel. Con lo sfondo di San Siro erano tutt'altre stories e Mauro confermerà: negli anni a Milano, 20 ad esempio era il minimo sindacale del numero di gol stagionali e non le presenze raggiunte a stento in Ligue 1, per non parlare della cucina francese oggettivamente inferiore a quella italiana e degli ultrà che ti ignorano non dedicandoti alcuno striscione in città. Bastavano poi la presenza e le lacrime di Wanda in prima fila a Tiki Taka per chiedere al club di ridargli la fascia (magari con un meritato aumento di ingaggio). Mossa che però alla fine non sembra aver fatto raggiungere alla coppia i risultati sperati.

La scelta irremovibile dell'Inter e di Marotta era legata com'è noto a questioni 'disciplinari' e non soltanto economiche, mentre è diverso il caso di Hakimi, agnello sacrificale all'altare del bilancio del club campione d'Italia. "Non puoi risolvere un problema con lo stesso tipo di pensiero che hai usato per crearlo" è una frase che Einstein non ha mai detto ma che l'amministratore delegato e il suo partner Ausilio hanno subito adottato quando dai piani alti di casa Zhang sono arrivate le direttive per salvare le casse nerazzurre, accompagnate dalla promessa di rinnovo per entrambi. Così l'Inter scudettata di Conte, che pareva essere lanciata in un cammino di successi, ha ribaltato senza remore le nostre prospettive prima lasciando andare via il tecnico, che nell'ultima riunione risolutiva avrebbe spiegato i motivi del suo no con un secco 'c'è da lavorare, gli ingaggi e la rosa da non ritoccare', poi cedendo l'elemento più pregiato della rosa nerazzurra. Il primo problema, legato al pezzo da novanta da piazzare entro il 30 giugno, è stato risolto e quindi per Marotta e Ausilio va bene così, ma purtroppo poi ce ne restano mille o poco meno, come ha spiegato Orietta Berti nella sua analisi sul momento dell'Inter.

Innanzitutto chi sostituirà Hakimi. Con le dovute proporzioni, qualche tempo fa simili discorsi venivano fatti per Cancelo e c'era anche chi uscendo fuori dal coro (e togliendosi la giacca) sosteneva che il rendimento del portoghese non fosse poi tanto diverso da quello di Lazzari "della Spal". La storia dell'esterno oggi in forza alla Lazio potrebbe davvero incrociarsi con quella dell'Inter con qualche anno di ritardo grazie a Simone Inzaghi. Noi non siamo dei vate e pur rimanendo umili ci chiediamo: siamo sicuri che Hakimi valga 50 milioni più di Lazzari della Lazio, che verrebbe preso per una cifra intorno ai 15? Per quanto fatto vedere nell'ultimo anno da Hakimi la risposta è un sì con punto esclamativo, la buona notizia è che il marocchino non finirà per rinforzare una squadra rivale, mentre Lazzari può essere la scelta migliore per esperienza e qualità in Serie A. Altra ipotesi divenuta nelle ultime ore più forte è Hector Bellerin che può arrivare dall'Arsenal addirittura in prestito con di riscatto di riscatto. Vista la varietà di opzioni (in lizza anche Florenzi e Zappacosta), davanti alla proposta del PSG l'Inter avrà davvero pensato tiettelo Hakimi, ne prendo un altro.

Ci sono poi i rinnovi di Brozovic e Barella da far firmare, più gli altri esuberi (Nainggolan, Vidal e Joao Mario su tutti) destinati a fare le valigie (chi con buonuscita e chi no) con l'obiettivo di alleggerire il monte ingaggi. Si parla anche del portierone del Verona Silvestri che in nerazzurro farebbe il secondo di Handanovic. Ma con tutto il rispetto e la gratitudine per Handa, forse è arrivato il momento di ripensare anche il ruolo vista l'età e le ultime annate con qualche prestazione non scintillante, a meno che non si voglia dare il via alla stagione con un problema portiere già in casa. Un doppio problema partorito dal 'valzer' estivo degli allenatori porta invece i nomi di Max Allegri, José Mourinho e Luciano Spalletti, tre condottieri (due con il nerazzurro ancora incorporato e il primo che l'ha solo sfiorato) che rafforzano le ambizioni e la pericolosità di Juve, Roma e Napoli nella corsa al vertice in A. Se non ci fossero i problemi, però, non ci sarebbe neppure crescita e la risalita dell'Inter culminata con lo scudetto vinto con 4 turni d'anticipo ne è l'esempio palese. In Pulp Fiction Quentin Tarantino, Samuel L. Jackson e John Travolta dovevano affidarsi a Mr. Wolf per risolvere una grana forse molto più scomoda di quelle in mano a Marotta e ad Ausilio. Rimaniamo ottimisti che, oltre all'eleganza, del personaggio di Harvey Keitel i due partner condividono anche le di idee e l'esperienza.

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Sezione: Editoriale / Data: Lun 28 giugno 2021 alle 00:00
Autore: Daniele Alfieri / Twitter: @DaniAlfieri
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