Un campionato dominato. È arrivato uno scudetto talmente senza discussione che, quando Muriel è andato sul dischetto del rigore nel finale di gara tra Sassuolo e Atalanta, molti tifosi interisti speravano segnasse, in modo che la Beneamata potesse conquistare il Tricolore sul campo dopo aver giocato domani contro la Sampdoria e non esultando dal divano di casa. Avremmo quindi potuto anche scegliere la data del ritorno alla vittoria che mancava da ben undici anni.

Tutto questo, frutto dello strapotere del gruppo guidato da Antonio Conte che, ad un certo punto della stagione, ha schiacciato così forte sull'accelleratore da indurre le altre a sbagliare, a scivolare più volte sulla classica buccia di banana. Penso al Milan di La Spezia e alla Juventus che, nella sua tana, fa harakiri contro il Benevento. Una gioia grande quella che sta provando il popolo bauscia, anche se non manca la malinconia per non aver visto i settantamila di San Siro accompagnare la cavalcata. Vengono i brividi a pensare che cosa sarebbe successo al Meazza in occasione del gol di Darmian contro il Verona a poco più di dieci minuti dal termine. Fotocopia della rete vincente segnata al Cagliari. I tifosi hanno urlato, saltando sui divani, magari qualcuno ha anche fatto danni e dovrà ricomprarlo, il divano. Ma gli stadi sono vuoti perché la pandemia esiste, colpisce salute e portafoglio e almeno l'Inter, anche se solo tramite uno schermo, ha avuto il merito di regalare il sorriso.

“Godiamoci questo scudetto” dice Antonio Conte, che in questi giorni salta e canta felice di nerazzurro vestito. Immagine che, come si dice nel gergo giornalistico, è una vera e propria foto-notizia. Conte non dirà mai di essere diventato un tifoso interista, perchè il tifo per una squadra nasce in tenerà età, per i motivi più disparati, oltre a quello di essere nato nella città di riferimento. E sappiamo come le simpatie calcistiche del Mister fossero altre. Ma il professionista Conte, fin quando sarà di nerazzurro vestito, onorerà l'Inter con i fatti. Fatti che nel suo linguaggio si traducono in lavoro, impegno, dedizione alla causa di chi lo paga, valorizzazione del gruppo a disposizione con conseguente aumento del valore patrimoniale del club.

È un segreto di Pulcinella che l'Inter abbia conquistato il diciannovesimo scudetto della sua storia tra mille difficoltà. La dirigenza, l'ottimo Marotta in primis, non si è mai nascosta sulle difficoltà finanziare imposte dalla pandemia e dalle direttive del governo cinese che hanno dovuto frenare un colosso come Suning nella volontà di continuare ad investire sul calcio e quindi anche sull'Inter. La vendita del club nerazzurro è stata più di un' ipotesi, ma la proprietà ha saputo resistere e sembra che il peggio sia ormai alle spalle grazie a nuovi finanziamenti, ma soprattutto per la collaborazione di un gruppo squadra che ha pensato solo al campo. Lo scudetto, frutto di questo lavoro portato a termine con serietà e abnegazione, servirà anche per le casse del club e quindi, chi ha contribuito in maniera determinante nell'impresa, ha il diritto di essere definito interista a tutto tondo.

Mancano quattro partite alla fine di questo splendido campionato per i nostri colori. Antonio Conte ha annunciato che utilizzerà chi, finora, abbia trovato meno spazio. Giusto così, anche perché la stanchezza dei titolarissimi esiste e nelle ultime giornate si è fatta sentire. Ma, proprio perchè il tecnico si chiama Conte, siamo certi che l'Inter cercherà di vincerle tutte per dare ulteriore lustro ad un successo arrivato con così largo anticipo. Peraltro i nerazzurri, in occasione della penultima fatica, faranno visita alla Juventus che, dopo aver abdicato dal trono, sta lottando per non rimanere fuori dalla zona Champions. A prescindere dal risultato finale della gara, facile pensare con quali motivazioni Conte e la sua banda fresca di Tricolore si recheranno all'Allianz Stadium.

Si chuderà il 23 maggio con Inter-Udinese, prevista una mega festa organizzata dalla Curva Nord per salutare degnamente i neo Campioni d'Italia. Giusto stigmatizzare eventuali pericolosi assembramenti come successo domenica scorsa in Duomo, facile fare esercizio di falso moralismo solo per dare adosso al mondo Inter. Ognuno agisca secondo coscienza e senso di responsabilità, ma lasciate a casa l'ipocrisia. Infine, un commento sulla notizia che nel pomeriggio di martedì ha acceso il calcio italiano. Mourinho torna nel nostro campionato. Allenerà la Roma. Sarà bello ritrovarti. Sarà ancora più bello batterti. Bentornato, José.

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Sezione: Editoriale / Data: Ven 07 maggio 2021 alle 00:00
Autore: Maurizio Pizzoferrato
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