Up & down… di nuovo. Come sempre. Come mood di vita. E dopo il ritrovato entusiasmo per Samardzic praticamente solo da ufficializzare e il problema attaccante che sembrava ad un passo dal risolversi, un altro tonfo. Un altro fulmine che squarcia un cielo, se non già del tutto sereno, che accennava a schiarirsi: Gianluca Scamacca, in persino meno di ventiquattro ore, ha cambiato idea. L’ex Sassuolo vestirà nerazzurro, sì ma quello di Bergamo. In meno di un giro completo del sole, l’attaccante del West Ham - che si era praticamente promesso all’Inter - ha fatto un silenzioso ma decisivo passo indietro, nei confronti del club milanese e probabilmente anche in carriera. A giocare il ruolo di diavolo tentatore, nonché principale protagonista, di un ennesimo ‘voltafaccia’ di marcato, è il solito dio denaro, questa volta però meno accattivante di tante altre volte passate. Secondo le cronache è l’Atalanta ad aver fatto da seducente terzo incomodo che, una volta sicura della cessione di Højlund, ha fatto una clamorosa irruzione nel roseo clima di sposalizio mettendo sul piatto del West Ham quei milioncini in più che l’Inter tentava di ‘risparmiare’.

Presto detto, gli Hammers hanno immediatamente e comprensibilmente dato l’ok agli orobici, i quali però non hanno di certo avanzato dal nulla una richiesta improvvisa e inaspettata al diretto interessato. Ma al contrario avevano già sondato il terreno, rivelatosi poi parecchio fertile, con il giocatore. Non è servito il tentativo di convincere Marotta e Ausilio a rilanciare: anche in questo caso, il flirt con altri non è stato ben ‘accolto’ tra i corridoi del nono piano del The Corner e una volta scoperto il doppio gioco, ‘saluti e buona fortuna a Bergamo’ è stato il punto che ha suggellato i titoli di coda di ogni discorso. Insomma, ancora una volta l’Inter si becca una friendzone, sedotta, abbandonata e ancora una volta in piena emergenza in attacco. 

Va da sé comprendere il conseguente precipizio nell’allarmismo e dall’alto del sapere  che Twitter infonde, signori, arieccoci nel ‘Marotta, ma che fai?’ in tendenza. Quesito socialmente comprensibile dello stesso grado di comprensibile apprensione dovuta al ticchettio di un tempo sempre più stringente e minaccioso. Con l’incombenza del fischio d’inizio del campionato l’incompiutezza della rosa, esacerbata dall’incapacità di massa nel comprendere il braccino tanto corto al netto del cospicuo tesoretto accumulato finora con le varie cessioni e dei vari bonus Champions che avevano fatto sperare in una sessione di mercato meno ‘irrequieta’ delle scorse. Per dirla breve: dove sono finiti i soldi? Perché l’Inter non può permettersi di affondare il colpo per il pezzo più ‘necessario’ da regalare a Inzaghi?

È chiaro che buona parte degli introiti sono stati ben ‘custoditi’, sotto diktat di Nanchino, per la nobilissima causa della “messa in sicurezza” e redditività tanto fondamentale per la sopravvivenza di un’azienda ancora troppo finanziariamente turbata. Meno chiara è la strategia in mente per assicurare, una volta per tutte, quel tanto sbandierato punto fermo del mantenimento s addirittura miglioramento in fatto di competitività ad alti livelli. Come da manuale  dunque, in mancanza di illuminanti ed esaustive risposte, non ci resta che sperare… E banalmente credere alla quasi consolatoria favoletta della friendzone.

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Sezione: Editoriale / Data: Dom 06 agosto 2023 alle 00:05
Autore: Egle Patanè / Twitter: @eglevicious23
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